Google prosegue sulla strada del targeting comportamentale (Behavioral Targeting) portando le categorie di interesse finora presentate all’interno di Google Display Network anche su AdWords. I primi test hanno mostrato incrementi nella crescita pubblicitaria legata ad un marchio fino al 40%.
Dopo un primo collaudo nel mercato verticale, dunque, la pubblicità comportamentale approda in AdWords e offre agli inserzionisti oltre 1000 categorie di interesse e 500 milioni di utenti interessati ad esse.
Per i costi, rimane in vigore il consueto pay per click o impression sul modello tradizionale del servizio.
A cambiare, con il Behavioral Targeting, è l’approccio: grazie alle categorie di interesse è possibile mostrare annunci pubblicitari proprio a quegli utenti con con più probabilità acquisteranno un dato prodotto o servizio, anche leggendone su più fonti o anche su blog. Si cerca pertanto di colpire con più precisione il proprio target, per raggiungere l’obiettivo con maggior efficacia.
Google offre cosi agli inserzionisti maggiore potere alle inserzioni pubblicitarie, il tutto offrendo «il più elevato livello di controllo e trasparenza»: gli utenti Internet possono infatti visualizzare e modificare in ogni momento le categorie di interesse o siglare un “opt out” permanente nei confronti di annunci basati sugli interesse. Inoltre, tale tipologia di annunci sarà etichettata con il logo “AdChoices”.