Si chiamerà QU.I.R, che sta per Quota maturanda del Trattamento di fine rapporto come parte Integrativa della Retribuzione, la richiesta che, dal prossimo primo marzo, dovranno presentare al datore di lavoro i dipendenti per chiedere l’anticipo del TFR in busta paga. Il decreto attuatitvo della norma inserita in Legge di Stabilità è pronto per essere approvato, quindi tutto sta procedendo nei tempi previsti (confermando la partenza dal primo marzo). Secondo le anticipazioni, nelle aziende sopra i 50 dipendenti la quota maturanda di TFR sarà liquidata mensilmente, mentre nelle piccole imprese sotto questa soglia di dipendenti il versamento potrebbe essere trimestrale.
=> Stabilità 2015, dubbi e critiche sul TFR in busta paga
Finanziamenti alle PMI
Ricordiamo che per le PMI è prevista la possibilità di chiedere un finanziamento alla banca, per una somma pari a quella da anticipare in busta paga, a tassi agevolati, che viene restituita nel momento in cui il dipendente cambia lavoro. In pratica, per l’impresa non cambia nulla a livello di costi: il finanziamento agevolato avviene in base a uno specifico accordo fra ABI, associazione banche italiane, e Ministero dell’Economia, previsto per evitare che la misura crei problemi di liquidità alle aziende.
=> TFR in busta paga, meccanismo e finanziamento
Requisiti
Ricordiamo che i dipendenti per richiedere l’anticipo del TFR devono essere assunti da almeno sei mesi e che la scelta, una volta effettuata, è irrevocabile fino al 2018. Possono chiedere l’anticipazione sia coloro che hanno lasciato il TFR in azienda sia coloro che versano le somme a un fondo di previdenza complementare.
=> Fondi pensione e TFR, rendimenti a confronto
Tasse
Attenzione però perché su questa forma di liquidazione anticipata, si versano le tasse applicando le aliquote IRPEF ordinarie, non la più favorevole tassazione separata. Le somme che si percepiscono a titolo di anticipazione TFR, però, non concorrono ai limiti di redditi previsti per il bonus di 80 euro in busta paga (che quindi continuerà ad essere percepito da coloro che già lo stanno incassando) e non contribuiscono all’imponibile contributivo.