Il Nord Est sta vivendo un periodo di pesante deflazione, dovuta a una combinazione di fattori come la contrazione dei presiti alle imprese (e alle famiglie), i consumi in netto calo e la riduzione del PIL: a rivelarlo è la CGIA di Mestre informando come, nel corso del 2014, l’andamento dei prezzi sia stato caratterizzato da cifre negative in tre Province (Pordenone, Verona, Treviso), mentre nel resto del territorio non ci sono state variazioni, fatta eccezione per Bolzano.
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«Come ci insegnano gli economisti siamo scivolati nella spirale della deflazione – afferma il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – : un male che, purtroppo, si è diffuso in tutta Europa, soprattutto nei Paesi che hanno adottato l’euro. La recessione economica e le politiche di rigore e di austerità praticate in questi ultimi anni hanno spinto la disoccupazione su livelli inaspettati e molto preoccupanti, mentre le sacche di povertà e il clima di sfiducia si sono diffuse a dismisura. Speriamo che con l’avvio del Quantitative Easing, ovvero la possibilità da parte della Bce di acquistare i titoli di Stato di ciascun Paese dell’area dell’euro, l’inflazione riprenda a crescere attestandosi attorno al 2%, trascinando all’insù i consumi, gli investimenti e soprattutto gli occupati».
Credito
Per quanto riguarda il credito, in tutto il Nord Est i prestiti bancari alle famiglie e alle imprese sono calati del 5,1% negli ultimi tre anni, soprattutto nella Provincia di Trieste (-10,4%). Complessivamente, tra il 2011 e il 2014 ammonta a 11,1 miliardi di euro la perdita subita dalle aziende e dai nuclei familiari del territorio.