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Riforma Pensioni: inammissibile il referendum

di Barbara Weisz

Pubblicato 20 Gennaio 2015
Aggiornato 27 Gennaio 2015 09:44

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La Corte Costituzionale dichiara inammissibile il referendum per abrogare la Riforma delle Pensioni Fornero promosso dalla Lega Nord.

La Corte Costituzionale boccia il referendum sulle pensioni proposto dalla Lega Nord, ritenendolo inammissibile. Il Carroccio chiedeva la cancellazione dell’articolo 24 del Dl 201/2011, il Salva Italia, che contiene la Riforma delle Pensioni Fornero, di cui in pratica si chiedeva l’abrogazione. In attesa delle motivazioni della sentenza, si registrano le reazioni: infuocata quella del segretario della Lega Nord, Matteo Salvini:

«Questa Italia fa schifo e mi batterò per ribaltarla», dichiara a caldo.

Favorevole invece quella dell’ex ministro del Lavoro, Elsa Fornero, che aveva predisposto la legge:

«Ritengo questa decisione positiva per il Paese».

=> Rivalutazione pensioni per il 2015

La decisione è stata comunicata dalla stessa Corte Costituzionale, con la seguente nota:

«La Corte costituzionale, nell’odierna Camera di consiglio (20 gennaio 2015, ndr) ha dichiarato inammissibile la richiesta di referendum relativa all’articolo 24 (Disposizioni in materia di trattamenti pensionistici) del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201 (Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici), convertito in legge, con modificazioni, dall’articolo 1, comma 1, della legge 22 dicembre 2011, n. 214, nel testo risultante per effetto di modificazioni e integrazioni successive”.

=> Il tetto massimo alle pensioni dal 2015: regole e novità

Altre reazioni: Giorgio Airaudo, deputato Sel, sottolinea che

«Lo strumento referendario per modificare la scellerata riforma Fornero era rischioso ma il vasto consenso che ha accompagnato quella raccolta di firme ci dice che la ferita sulle pensioni è aperta e va sanata».

=> Pensioni, guida alle riforme 2015

Mentre l’ex ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi (Ncd) definisce la bocciatura:

«Scontata, perché è evidente che non si possono sottoporre a referendum tasse e prestazioni pubbliche. Non avevamo bisogno della minaccia referendaria per sapere di dover correggere la legge Fornero in modo che il sistema diventi più flessibile e più comprensivo dei concreti bisogni delle persone, soprattutto in età avanzata».