Se da una parte diversi studi hanno accertato come il numero di occupati più anziani (tra i 55 e i 64 anni) in Italia sia aumentato con il perdurare della crisi economica, dall’altra una nuova ricerca, redatta dal ricercatore dell’Università la Sapienza di Roma Fabrizio Patriarca, ha evidenziato come questi numeri siano frutto della decisione di molti pensionati di continuare a lavorare. Secondo quanto rilevato dai dati Istat, tra il 2007 e il 2012 i pensionati oltre i 60 anni che ancora lavorano sono aumentati di 556mila unità raggiungendo quota 1.976.810 (sui 16,1 milioni contabilizzati dall’Inps nel 2012).
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Fasce di età
Nella maggior parte dei casi i lavoratori già in pensione hanno più di 60 anni (315mila unità, +3% sul 2007) mentre 241mila (+12,6%) hanno un’età compresa tra i 60 e i 64 anni. In sostanza nel 2012 un pensionato su tre (27,7%), tra quelli nella fascia 60-64 anni, ha scelto di rimanere nel mondo del lavoro.
Fasce di reddito
Ma chi sono i pensionati che più degli altri scelgono di non lasciare il proprio lavoro? Si sarebbe portati a pensare che sono quelli che guadagnano di meno e che continuano a lavorare per far fronte alle spese quotidiane, grazie al cumulo tra pensione e reddito. Dai dati si scopre invece che i tassi di occupazione dei pensionati crescono proporzionalmente all’aumentare del reddito.
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A continuare a lavorare, pur se in pensione sono:
- il 10,2% dei pensionati over 60 appartenenti alla classe di reddito tra i 500 e i 2mila euro al mese;
- il 13,5% di quelli con redditi tra 2 e 3mila euro al mese;
- il 23,9% (più di 1 ogni 4) di coloro che stanno sopra i 3mila euro al mese.
Il tutto, ovviamente, senza considerare i pensionati che lavorano in nero.