Isfol-Asstel: Internet cambia il lavoro, giovani non dipendenti

di Giacomo Dotta

20 Maggio 2011 12:00

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Internet sta cambiando il modo di lavorare e sono ormai sempre di più i lavoratori che fanno pesantemente affidamento sulle nuove tecnologie durante le proprie prestazioni di servizio.

Focus sul Report Isfol-Asstel 2011. «Tutto il mondo è interconnesso. Una straordinaria opportunità commerciale, economica, sociale»: viene introdotto così il seminario “Internet cambia il lavoro” organizzato da ISFOL e Asstel per approfondire le dinamiche che Internet sta modificando nel mondo del lavoro, nel rapporto tra i lavoratori e nel cambiamento delle realtà professionali tradizionali.

Secondo quanto emerso durante l’incontro, il 60% dei lavoratori usa tecnologie digitali a cadenza quotidiana (quota con ampi margini di crescita) e la percentuale sale al 73% tra i docenti scolastici. Al contempo, il 47% dei giovani accende il pc sporadicamente ed il 70% di questi è autodidatta.

Ne consegue un forte scollamento tra formazione e mondo del lavoro, ove il rapporto con l’ICT è ormai pane quotidiano che tutti dovrebbero dimostrare di saper gestire.

Stefano Parisi, presidente Asstel, ha però voluto sottolineare come il quadro generale sia penalizzante anche sotto altri punti di vista: «mentre il fattore Internet si sta candidando a diventare il motore della ripresa economica mondiale, in Italia ci confrontiamo con geografia dello sviluppo digitale a macchia di leopardo che attraversa le generazioni, dividendo il mondo del lavoro tra coloro che hanno capacità nell’uso delle nuove tecnologie e chi invece fatica ad adeguarsi. Così, favorire la penetrazione degli strumenti e delle competenze digitali nelle attività tradizionali è una vera e propria priorità nazionale, che va affrontata aggiornando non solo le persone non native digitali, ma anche le normative concepite da e per il mondo analogico».

Il problema è però anche legislativo, poiché anche la legge non ha ancora trovato adeguamento alla nuova situazione emergente: «Pensiamo ad esempio all’art.4 dello Statuto dei lavoratori, varato nel 1970 che, introducendo il divieto di controllo a distanza del lavoratore, oggi può risultare di ostacolo alla possibilità di sviluppare forme di telelavoro. Su questi temi Asstel è impegnata a collaborare con i sindacati per arrivare a una corretta e attuale applicazione della norma».

La penetrazione di Internet nelle aziende, soprattutto, è oggi fonte di opportunità. Lo è per la crescita degli smartphone, lo è per la lenta accettazione del telelavoro, lo è per il cloud computing e lo è per le teleconferenze. «Ad esempio», spiega Alfonso Fuggetta, direttore Cefriel, «un semplice Gps montato sui camion della spazzatura di Milano consente di tracciare la raccolta rifiuti, ma anche il lavoratore. Si cambia così l’organizzazione della raccolta, ma anche quella dei turni di lavoro».

Internet cambia il lavoro, e lo cambia in meglio quando l’impresa sa coglierne le opportunità. Ma le dinamiche di questo cambiamento non sono sempre chiare, e spesso ci si avventura in questa nuova dimensione senza la necessaria consapevolezza. Per questo motivo la formazione dei quadri manageriali è oggi un obiettivo di primaria importanza: chi non conosce l’ICT tende a considerarla come un rischio, tende a rifuggirne le dinamiche e si presenta pertanto impreparato alle sfide che il mercato pone.

, Corriere delle Comunicazioni