Jobs Act: promozioni, bocciature e sciopero generale

di Barbara Weisz

Pubblicato 11 Dicembre 2014
Aggiornato 18 Dicembre 2014 10:03

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Il Jobs Act riscuote più successo all'estero che in Italia: approvazione da FMI e partner UE, mentre CGIL e UIL accendono lo sciopero generale del 12 dicembre.

Il Jobs Act, Disegno di legge delega di Riforma del Lavoro, piace alle istituzioni europee, al FMI (Fondo Monetario Internazionale) e perfino al ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble («una riforma notevole del mercato del lavoro») ma non ai sindacati, in piazza il 12 dicembre per lo sciopero generale. Mentre il Governo si appresta ad esercitare le prime deleghe (partendo dal nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti), vediamo una breve panoramica di reazioni di diverso tenore.

=> Riforma del Lavoro: il testo del Jobs Act

Apprezzamenti

Christine Lagarde, direttore FMI, nel suo intervento all’inaugurazione dell’anno accademico presso l’Università Bocconi di Milano ha dedicato un lungo passaggio al Jobs Act, definendo il nuovo contratto a tutele crescenti uno strumento importante per combattere quello che alcuni definiscono «dualismo e altri problema insider-outsider». Si tratta di una caratterizzazione negativa del mercato del lavoro italiano, per cui:

«gli insider hanno contratti a tempo indeterminato con un alto livello di tutela, mentre gli outsider, soprattutto giovani, sono assunti con contratti temporanei e ricevono un training ridotto». Il che, secondo Lagarde, «non solo è ingiusto, ma anche inefficiente».

=> Confronta con l’analisi di Moody’s sul Jobs Act

Il Jobs Act, prosegue il direttore del Fondo Monetario Internazionale, nella parte relativa ai nuovi contratti è destinato a «migliorare il mercato del lavoro per lavoratori e imprese», mentre un altro elemento importante sono «le politiche attive», che prevedono «aiuti affinché i disoccupati ricevano formazione e assistenza nella ricerca dell’impiego di cui hanno bisogno», sull’esempio di quanto succede in Austria, Finlandia e Svezia, paesi in cui queste politiche funzionano.

«In Svezia ad esempio, gli incentivi ai giovani disoccupati per ricercare attivamente un’occupazione sono accompagnati da un sostegno alla ricerca del lavoro e, se necessario, da addestramento e apprendistato».

Da migliorare

Il punto su cui continuare a lavorare, secondo Lagarde, è l’abbattimento del cuneo fiscaleperché «nonostante i recenti sforzi, il carico fiscale sul lavoro in Italia rimane ben oltre la media OCSE».

Critiche

Il fronte italiano è invece molto caldo, con lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil per venerdì 12 dicembre. Al grido di «così non va», i due sindacati confederali hanno indetto 8 ore di stop nel settore pubblico e privato, con manifestazioni nelle principali città italiane, stop dei mezzi, personale delle autostrade e trasporto aereo. Si fermano anche i treni, dopo che il governo ha fatto marcia indietro sulla precettazione dei ferrovieri. Le motivazioni della protesta: la Riforma del Lavoro non prevede misure efficaci per rilanciare il lavoro e l’economia, ridimensiona diritti e tutele, non riduce la precarietà, rischia di determinare deflazione e recessione.

=> Jobs Act, contratti con indeterminato a rischio paralisi

I sindacati chiedono un nuovo incontro al Governo Renzi per discutere modifiche alle politiche sul lavoro; in caso contrario si dichiarano pronti a nuove mobilitazioni.

Per approfondire: il discorso di Christine Lagarde all’inaugurazione della Bocconi