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La virtualizzazione raggiunge il lato desktop

di Angela Rossoni

Pubblicato 12 Maggio 2011
Aggiornato 23 Aprile 2013 15:51

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Le aziende si stanno accorgendo degli importanti vantaggi offerti dalla virtualizzazione a livello desktop, e stanno adottando in massa questa tecnologia emergente.

I dipartimenti IT aziendali si stanno rendendo conto che la virtualizzazione non riguarda solo i server. Analogamente al problema della proliferazione dei server fisici, che ha portato molte aziende ad adottare soluzioni IT basate sulla virtualizzazione dei server, si assiste ad una crescita incontrollata del numero dei desktop e dei laptop in uso presso le aziende, malgrado gli utenti finali utilizzino solo una porzione esigua della capacità di un tipico desktop PC, in media solo il 5%.

Estendendo il concetto di virtualizzazione anche al mondo desktop, le divisioni IT aziendali sono in grado di mettere a disposizione degli utenti delle postazioni PC con piena funzionalità, riducendo drasticamente i costi operativi (anche del 90% rispetto ad una soluzione desktop tradizionale), in particolare quelli di manutenzione e supporto.

Secondo una stima di IDC, il 35 % delle aziende in Europa sta pianificando di adottare soluzioni di virtualizzazione del destkop. La domanda di soluzioni per la virtualizzazione dei desktop sta raddoppiando su base annua, e continuerà a farlo almeno fino al 2012 .

La diffusione della virtualizzazione delle soluzioni desktop porterà inevitabilmente le aziende a ripensare all’organizzazione, alle procedure e ai processi interni, ma offrirà anche grandi opportunità in termini di riduzione dei costi e di miglioramento di efficienza e flessibilità.

In questo articolo vedremo per prima cosa cosa sia la virtualizzazione lato desktop, prendendo in particolare considerazione la sua applicazione in ambiti PMI, per poi analizzare i vantaggi che si avranno nell'adottare una soluzione del genere.

Che cos’è la virtualizzazione del desktop?

La soluzione di virtualizzazione separa un ambiente PC desktop dalla macchina fisica, attraverso un modello di tipo client/server. In altri termini, il desktop dell’utente è gestito da remoto in modo centralizzato e l’accesso ai dati e alle applicazioni di tale desktop è assicurato da un thin client connesso in rete. Quest’ultimo offre un’esperienza utente completa, come se quest’ultimo stesse utilizzando un normale PC, con importanti vantaggi in termini di versatilità e di possibilità di personalizzazione.

Con l’approccio tradizionale invece, ogni desktop è basato su un PC fisico, la cui gestione può dare origine a diversi problemi, in merito alla protezione dei dati, all’aggiornamento del software, al consumo di potenza e alla generazione di calore.

In un ambiente virtualizzato (VDI), l’immagine di ciascun desktop utente viene memorizzata in modo centralizzato all’interno del data center. Queste immagini sono composte da quattro componenti essenziali per garantire all’utente tutte le funzionalità di un normale desktop: il sistema operativo, lo stack delle applicazioni, il profilo utente (che contiene le importazioni desktop effettuate dall’utente), ed infine i dati.

Negli anni 60, la virtualizzazione era una tecnica in uso per ottimizzare l’uso di risorse informatiche molto costose e relativamente poco comuni. L’avvento dei PC basati su piattaforma Intel, economici e standardizzati, ha eliminato l’esigenza di virtualizzare le risorse per risparmiare sui costi. Tuttavia, l’inarrestabile proliferare dei PC ha creato la necessità di gestire e utilizzare in modo più efficiente queste risorse.

Un primo approccio prevedeva la virtualizzazione a livello di applicazione. Tale approccio ha permesso agli staff IT di risolvere i problemi legati al sottoutilizzo delle risorse, alla protezione dei dati, alla gestione e alla distribuzione delle applicazioni.

Un’evoluzione successiva del concetto ha portato alla virtualizzazione del server a livello di macchina (machine-level). Per questo tipo di virtualizzazione esistono due opzioni principali: hosted e hypervisor. Con l’approccio hosted, lo strato di virtualizzazione è installato come un’applicazione e si basa sul sistema operativo dell’host per supportare il dispositivo e per gestire le risorse fisiche. Con l’approccio hypervisor invece, lo strato di virtualizzazione viene installato prima nel sistema operativo e fornisce direttamente il supporto per la gestione dei dispositivi e delle risorse. Quest’ultimo approccio garantisce un’efficienza maggiore perché si interfaccia direttamente con l’hardware.

I vantaggi (segue)

  • Ottimizzazione della banda e delle risorse: dato che le normali applicazioni per la produttività (come ad esempio il pacchetto Office), occupano al massimo dall1% al 10% della banda del processore, la condivisione delle risorse fra più utenti consente di massimizzare l’uso della banda dell’hardware disponibile. Inoltre, condividendo le risorse hardware per un pool di desktop virtualizzati, i requisiti di storage sono drasticamente ridotti, perché i singoli thin client possono condividere applicazioni e risorse di connettività.
  • Semplicità di ripristino dei dati: con la virtualizzazione, I tempi lunghi e le complessità associate al ripristino dei dati in seguito al crash di un PC non costituiscono più un problema. In caso di guasto, una copia dell’ambiente virtuale viene spostata in un altro PC fisico funzionante.
  • Aggiornamenti trasparenti all’utente: in un ambiente VDI, gli utenti dispongono automaticamente delle ultime versioni del sistema operativo, aggiornate a livello centrale dall’amministratore di sistema .
  • Minimizzazione dei conflitti software: in un ambiente virtualizzato, gli utenti possono accedere a interi stack software gestiti in modo centralizzato. Ciascuna di queste applicazioni è fornita con tutte le impostazioni e le componenti necessarie del sistema operativo, di modo che più utenti possono lavorare simultaneamente su programmi che sarebbero stati in conflitto fra loro, se installati sulla stessa macchina fisica.
  • Flessibilità: uno dei vantaggi più importanti della virtualizzazione dei desktop è che gli amministratori IT possono gestire in modo flessibile le macchine virtuali, assegnando risorse e privilegi ai singoli desktop virtualizzati in base ai criteri preferiti. L’esecuzione di patch e di aggiornamenti risulta molto più semplice, e risulta molto pratico ed efficiente il supporto a nuove modalità di lavoro come il telelavoro, il lavoro da casa o il lavoro mobile.

Le principali limitazioni delle soluzioni desktop virtualizzate includono i rischi potenziali per la sicurezza, essendo i thin client connessi fra loro in rete, se quest’ultima non è opportunamente gestita. Inoltre, la gestione dei desktop virtuale da parte dell’amministratore IT, da una console centrale, limita l’autonomia e la privacy dell’utente. Infine, la gestione di un’infrastruttura virtualizzata richiede che il personale IT dell’azienda abbia le competenze necessarie per la gestione delle identità digitali e delle risorse virtualizzate del sistema.