Edilizia, Appalti e Piano Casa: novità del Decreto Sviluppo

di Noemi Ricci

Pubblicato 6 Maggio 2011
Aggiornato 10 Novembre 2011 10:54

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Decreto Sviluppo e nuove misure per rilanciare l'Edilizia: piano casa e incentivi locali per demolizione e ricostruzione, Scia e silenzio-assenso per ristrutturazioni, niente bandi di gara per appalti pubblici "minori".

Il Decreto Sviluppo, approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, prevede anche delle misure nazionali per il rilancio dell’Edilizia.

Nell’ambito del Piano Casa, le Regioni dovranno approvare entro 60 giorni dall’entrata in vigore del DL nuove leggi che concedano incentivi per interventi di demolizione e ricostruzione degli edifici. Fino ad allora, per edifici residenziali c’è un premio volumetrico del 20%, per altre destinazioni del 10%.

Confermata la Scia al posto della Dia in tutti i casi, tranne quando questa sostituisce il Permesso di Costruire (Super-dia). Confermato il principio del silenzio-assenso per costruire, nel caso in cui non si riceva parare contrario in 90-100 giorni (180-200 per città con più di 100.000 abitanti), tranne per i casi in cui sussistano vincoli ambientali, paesaggistici o culturali. Per le verifiche successive, tempo 30 giorni.

A livello di sanatoria, un comma aggiuntivo introdotto all’articolo 34 del Testo Unico dell ‘ edilizia, concede che le violazioni (altezza, distacchi, cubatura o superficie coperta) fino al 2% non annulli il permesso di costruire. Slittano infine al primo luglio le sanzioni per gli immobili fantasma.

Per quanto concerne gli appalti pubblici l’articolo 4 del Decreto introduce tetti su riserve, opere di compensazione e su varianti in corso d’opera, per limitare le spese come aveva preannunciato dal ministro Tremonti. In più niente bando per l’affidamento con procedura negoziata fino a un milione di euro. Per i lavori superiori a 500mila euro, il limite minimo di inviti da parte del responsabile del procedimento è stato fissato a dieci soggetti, per quelli di importo inferiore, è stato fissato a cinque.

Infine, modificati i requisiti richiesti alle imprese per partecipare alle gare di appalto, con l’obiettivo di ridurre la discrezionalità degli enti appaltanti.

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