Oggi è il giorno delle Rinnovabili: si riunirà infatti la Conferenza Stato Regioni per esaminare lo schema del decreto per il Quarto Conto Energia, che stabilisce i nuovi incentivi in vigore dal 1° giugno 2011 e validi fino al 31 dicembre 2016 (e di cui ieri è stata diffusa la bozza finale).
Il testo del nuovo Conto Energia, dopo oltre un mese di confronti e mediazioni, «rappresenta una buona mediazione, condivisibile da tutti.
Rendiamo sostenibile la produzione solare adeguando gli incentivi ai livelli garantiti dagli altri Paesi europei, con un decalage progressivo da qui a gennaio 2013 senza porre alcun limite agli incentivi dedicati agli impianti di potenza fino a 200 kilowatt che saranno del tutto liberi sui tetti e con un semplice meccanismo antifrazionamento, e quindi antispeculazione, per gli impianti a terra, con un ridimensionamento temporale degli incentivi proporzionale alla grandezza: meno veloce per i piccoli impianti, più veloce per quelli grandi.
La transizione rispetto al vecchio sistema è garantita, e con essa la salvaguardia del pregresso in vista della piena adozione, dal gennaio 2013, del modello tedesco che prevede un decalage automatico a seconda degli obiettivi raggiunti».
L’obiettivo finale è di arrivare a 25mila megawatt installati entro il 2017, portando il sistema a non essere più dipendente dagli incentivi statali. Questo avverrà con un taglio progressivo e spendendo tra i 6 e i 7 miliardi di euro tra giugno 2011 e la fine del 2016, dimezzando in sostanza quanto prevedevano le precedenti regole.» conclude Romani.
Intanto, il Ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani, ha ufficializzato lo stop al nucleare annunciato ieri dal Governo: il piano energetico nazionale verrà presentato oggi.
Di un eventuale ritorno al Nucleare se ne riparlerà «solo quando verranno chiarite tutte le conseguenze e le incognite del disastro di Fukushima». «Abbiamo scoperto che nelle grandi centrali sono comunque possibili grandi incidenti» dice Romani, quindi se l’Italia riprenderà il discorso sul nucleare sarà «solo con una decisione coordinata di tutta Europa».
Il Governo ha fatto dunque retromarcia dopo essersi scontrato con il muro degli Italiani sfavorevoli all’energia atomica e favorevoli alle Rinnovabili.
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