Movimenti apparentemente illogici stanno interessando il mercato dei produttori di personal computer. HP e Dell, due tra i maggiori player del settore, hanno catalizzato l’attenzione degli analisti per l’inaspettato andamento delle loro quotazioni in borsa.
HP vive un periodo d’oro: vendite in continua crescita hanno confermato la sua supremazia nel mercato dei Personal Computer, con un fatturato totale che non conosce cali e secondo le previsioni sfiorerà i 101 miliardi di dollari per la fine dell’anno.
Eppure ieri le sue quotazioni sono crollate di 72 centesimi a Wall Street. Nonostante sempre più analisti consiglino di comprare le azioni HP, proprio la continua crescita potrebbe lasciar credere che una pausa sia imminente. Un’altra causa potrebbe essere legata alla speculazione nata da una fuga di dati sui risultati fiscali.
Dal suo canto Dell sta attraversando una fase di profonda transizione: riassetti organizzativi, l’ormai nota scelta di sostituire Windows con Linux e nuovi sistemi di distribuzione. A questo si aggiunge un calo notevole registrato lo scorso anno (1 milione di PC in meno) e la recente azione legale intrapresa nei suoi confronti dal comune di New York, per una presunta illegalità nella vendita di alcuni computer.
Tutti fatti che farebbero a ragione presupporre un calo delle quotazioni di Dell… che invece ha visto le sue azioni guadagnare 28 centesimi, che si aggiungono al rialzo di 1,25 dollari registrato mercoledì. In questo caso la spiegazione risiederebbe proprio nella corrente di cambiamento che sta attraversando la società, evidentemente interpretata come vitale evverfescenza creativa piuttosto che patologica instabilità.
I freddi dati delle vendite non sono tutto, nel mercato dei PC.