La Legge di Stabilità inizia la fase emendamenti, che si preannunciano così numerosi da far pensare all’ennesimo voto di fiducia. Sul tavolo ci sono proposte di modifica su: meccanismo di anticipo TFR, aliquote e soglie del nuovo Regime dei Minimi, beneficiari del bonus da 80 euro, agevolazioni sulle assunzioni a tempo indeterminato e riforma delle tasse sulla casa con l’accorpamento IMU e TASI.
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Iter della Legge di Stabilità
Terminate le audizioni presso le commissioni riunite di Camera e Senato, il calendario prevede il 7 novembre la presentazione di un pacchetto da 500 emendamenti su cui lavorerà la commissione Bilancio della Camera assieme alle proposte delle altre commissioni , del relatore e del Governo. In tutto, il tetto previsto è di mille emendamenti. Da giorno 11 se ne valuterà l’ammissibilità e i ricorsi. Dal 12 si parte con le votazioni sul Ddl Bilancio e dal 13 novembre con quella sugli emendamenti alla manovra, la cui approvazione è fissato entro il 20 novembre.Sembra tuttavia difficile che tra Camera e Senato si possa fare in fretta, tanto più che a rallentare il cammino della Legge di Stabilità ci sono stati anche i rilievi della UE, che ha chiesto una correzione da 4,5 miliardi al testo presentato dal Governo alle Camere. La parola passa per ora ai partiti, i cui emendamenti rispecchieranno probabilmente anche alcune delle critiche mosse dalle parti nel corso delle audizioni parlamentari.
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Emendamenti in vista
Sulla riforma del Regime dei Minimi si attendono proposte per lasciare l’aliquota al 5% (l’attuale testo prevede di portarla al 15%) rivedendo anche altri parametri: soglie di reddito (lasciando quelle dei professionisti a 30mila euro invece di ridurle a 15mila). Sul TFR in busta paga si propone di lasciare l’anticipo a tassazione separata (il Ddl prevede quella ordinaria, con rincaro fiscale). Inoltre, si segnalano le critiche di Rete Imprese Italia in audizione («Facciamo il tifo perché il TFR non funzioni, è una botta di impoverimento») e il monito di Bankitalia sui conseguenti rischi di indebolimento dei fondi pensione come secondo pilastro della previdenza, nonché di erosione della capacità di risparmio dei lavoratori a basso reddito (che si prevede ricorrerebbero più massicciamente a questa opzione).
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Sul bonus 80€ in busta paga, che dal 2015 diventa una detrazione, si chiede l’estensione a nuove categorie di contribuenti oltre ai dipendenti privati con reddito annuo lordo entro 26mila euro, a partire dai pensionati. Sulle nuove agvolazioni per il tempo indeterminato si studiano invece dei meccanismi che mitighino potenziali effetti distorsivi nell’utilizzo tra le imprese di questo strumento.
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Contro la tassazione dei fondi pensione al 20%, si sono espressi ANIA (associazione nazionale imprese di assicurazione) e ADEPP (l’associazione che riunisce le casse previdenziali private). Contro i tagli agli enti locali Province e Comuni. E si prevedono interventi anche sull’assenza nel Ddl dell’accorpamento annunciato di IMU e TASI nella Local Tax.
Ipotesi fiducia
Dinanzi a questo scenario così complesso di problematiche sul tavolo, il Governo richiama ufficialmente all’ordine i parlamentari, chiedendo in sostanza di evitare piogge di emendamenti. Maria Elena Boschi, ministro dei Rapporti con il Parlamento, mette nero su bianco la richiesta di
«non indulgere nella pratica di orientare suggestioni ed elaborazioni emendative provenienti dalle Amministrazioni attraverso la disponibilità di relatori e di singoli parlamentari».
Traduzione: i parlamentari non siano strumento per far passare modifiche non discusse con il Governo. Una necessità che, sottolinea Boschi, «si manifesta con particolare evidenza in prossimità delle discussioni parlamentari sul disegno di legge di Stabilità, per l’importanza e la complessità dei temi trattati e perché vi è coinvolta a maggior ragione la fisionomia dell’indirizzo politico del Governo».