Reverse Charge dell’IVA contro l’evasione fiscale: è la misura allo studio del Governo che comporta di invertire le regole per il versamento dell’imposta sul valore aggiunto, una delle più evase dai professionisti: a pagare l’IVA sarebbe chi compra mediante autofattura e non più il fornitore, come avviene ora, con i vari passaggi che aumentano la probabilità di evasione fiscale. Attualmente, chi fornisce la merce fattura prima e poi paga al Fisco: con l’inversione contabile, è il venditore al dettaglio (l’acquirente della merce, non il consumatore finale) a pagare direttamente l’imposta sul valore aggiunto allo Stato: si salta un passaggio e si evitano manipolazioni.
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A giovare del meccanismo del Reverse Charge non sarà solo l’Erario ma anche i consumatori finali. Su questi, allo stato attuale, ricade l’intero peso dell’IVA a causa del meccanismo che consente agli acquirenti di far leva sugli intermediari per evitare il pagamento dell’imposta:
- i produttori vendono i beni con l’IVA, che incassano per poi versarla allo Stato;
- l’intermediario paga la merce con l’IVA per poi rivenderla applicando l’IVA all’acquirente successivo. L’intermediario prima di versare l’IVA al Fisco verifica se ha un debito o se tra l’IVA pagata all’acquisto e l’IVA incassata con la vendita vanta un credito;
- il meccanismo prosegue così fino all’acquirente finale, che paga l’importo più alto e la relativa IVA che però viene versata dal commerciante.
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Con il Reverse Charge, a versare l’IVA sarà chi acquista per mezzo di una sorta di autofattura sul venditore, tranne il consumatore finale: nell’ultimo passaggio il commerciante pagherà l’IVA sull’acquisto e l’ulteriore quota verrà applicata sulla vendita.
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Evasione fiscale
L’idea è di estendere il Reverse Charge ai settori costruzioni e servizi alle imprese (appalti) con l’obiettivo di far emergere, oltre alle evasioni IVA, anche quelle relative a contributi, IRAP, IRPEF e IRES, visto che spesso chi evade un’imposta non paga neanche le altre. In tutto queste imposte comportano un’evasione fiscale annua pari a 90 miliardi di euro (40 miliardi di euro solo dall’evasione annua dell’IVA).