Tra le novità del Maxi-emendamento al Milleproroghe approvato in Senato in questi giorni, vi è anche la riforma del regime di tassazione per i fondi comuni d’investimento: dal prossimo 1 luglio 2011 saranno tassati sul realizzato e non più sul maturato. Questo quanto prevede oggi il testo del Ddl, e sempre che dopo la fiducia ottenuta si arrivi all’approvazione alla Camera senza modifiche entro il 27 febbraio.
La riforma permetterebbe di equiparare i fondi italiani con quelli esteri e alle sicav estere, dove l’imposta viene calcolata sul realizzato e in capo ai detentori di quote.
Finora il comparto risultava penalizzato, senza considerare che i redditi derivanti dai fondi comunitari non armonizzati venivano assoggettati alla stessa forma di prelievo di quelli armonizzati con ritenuta secca al 12,5%.
Le modifiche dell’attuale disciplina degli Oicvm (organismi di investimento collettivo in valori mobiliari) sono state e appoggiate anche dall’AIFI (Associazione italiana del private equity e venture capital).
Portare l’Italia sullo stesso piano fiscale del resto dell’Unione Europea significa, ha spiegato il presidente AIFI, Giampio Bracchi, «rafforzare la competitività e la trasparenza del private equity nel nostro Paese, incentivando gli investitori internazionali ad investire nei fondi italiani» e quindi «gli interventi nel capitale di rischio delle piccole e medie imprese italiane, a favore del loro sviluppo, della spinta verso l’internazionalizzazione nonché della continuità aziendale attraverso il trasferimento d’impresa».
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