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Sesta salvaguardia: 200mila esodati rimasti fuori

di Barbara Weisz

Pubblicato 19 Settembre 2014
Aggiornato 13 Novembre 2014 10:01

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Esodati contro Odg Ichino su sesta e "ultima" salvaguardia: i lavoratori senza stipendio né pensione non sono "pochi casi", è possibile salvarli tutti con i risparmi previsti.

Appello degli esodati ai senatori della Commissione Lavoro per votare contro l’ordine del giorno Ichino e a tutti i parlamentari per trovare, già con la Legge di Stabilità, una soluzione di natura previdenziale e non assistenziale per gli esclusi dai provvedimenti di salvaguardia finora approvati. Le richieste sono avanzate dalla Rete dei comitati degli esodati, che interviene sull’iter della sesta salvaguardia per 32.100 nuovi esodati, di cui si prevede l’approvazione definitiva entro fine settembre.

=> Esodati, si chiude con la sesta salvaguardia

Sesta salvaguardia

Sulla sesta salvaguardia, si conferma la volontà comune (comitati esodati e forze politiche) di arrivare a «una rapida emanazione del provvedimento che porterà così al pensionamento, con le vecchie regole, altri 32mila 100 esodati». La Commissione ha infatti annunciato la volontà di non presentare emendamenti, per sveltirne l’iter.

Ordine del giorno

Gli esodati esprimono forte contrarietà per alcuni passaggi di un ordine del giorno, presentato in commissione il 16 settembre dal senatore Pietro Ichino, sul futuro degli esodati non ancora salvaguardati:

 «salvi alcuni casi, numericamente assai limitati, che soltanto per circostanze particolari e peculiari non rientrano tra quelli salvaguardati e ai quali dovrà essere dedicata la necessaria attenzione in funzione di soluzioni ad essi rigorosamente circoscritte, con quest’ultimo provvedimento di salvaguardia deve considerarsi conclusa la fase degli interventi legislativi volti a risolvere problemi transitori di applicazione della riforma con l’esenzione dalla nuova disciplina pensionistica in favore di persone interessate da accordi di scioglimento dei rapporti di lavoro in prossimità del pensionamento».

Significa che, almeno come linea di indirizzo, non ci saranno nuovi provvedimenti di salvaguardia per gli attuali esodati rimasti fuori. Giustissimo guardare a soluzioni strutturali per il futuro, ma per il presente, puntualizzano gli esodati, «non è affatto vero che tra coloro che non rientreranno neanche in questa ultima salvaguardia si annoverino soltanto alcuni casi, numericamente assai limitati, imputabili a circostanze particolari e peculiari». La delusione è per la mancata verifica di categorie e numeri degli esodati non salvaguardati a quasi tre anni dalla riforma delle pensioni:

«gli ultimi numeri ufficiali diffusi dall’INPS», che dichiarano un margine di errore del 2% e non sono mai stati ufficialmente smentiti, ma anzi utilizzati dalla ragioneria generale dello stato, «parlavano di quasi 400mila soggetti interessati. Al netto dei sei provvedimenti di salvaguardia ne resterebbero, senza alcun reddito e senza pensione e condannati all’indigenza, a conti INPS, oltre 200mila».

Dunque, non si tratterebbe di «alcuni casi, numericamente assai limitati, come sostiene l’On. Ichino nel suo documento».

=> Esodati: gli ultimi dati INPS su salvaguardie e pensioni erogate

In particolare, il comitato lamenta che, con i provvedimenti di salvaguardia, rispetto ai lavoratori in mobilità e appartenenti ai fondi di settore, per i quali le salvaguardie arrivano oltre il 2020,  i contributori volontari, cessati e licenziati sono maggiormente «penalizzati da limitazioni e requisiti chiaramente strumentali al solo contenimento delle salvaguardie». Per i contributori volontari, la richiesta del comitato è che le tutele arrivino almeno al 2018, non al 2015 come attualmente previsto.

Proposte

Viene definito «antitetico quindi inaccettabile» il «concetto secondo il quale sarebbe impossibile salvare tutti gli aventi diritto perché verrebbero meno i benefici della riforma Fornero. Anche perché l’INPS certifica che:

«i risparmi previsti, nel periodo 2011-2021, dalla manovra sul sistema previdenziale sono 80 miliardi e non i 23 previsti dalla RGS nella relazione alla manovra stessa».

In conclusione, si chiede ai senatori di votare contro l’Odg Ichino (che esprime solo un indirizzo, lo ricordiamo) e a parlamentari e Governo affinché venga attuata, a partire dalla Legge di Stabilità 2015, una soluzione previdenziale per gli esodati non salvaguardati e non ricompresi nel DDL 1558 (sesta salvaguardia).

=> Esodati e Pensioni: ipotesi di riforma della Legge di Stabilità

Il Governo si è a più riprese espresso a favore di una soluzione del caso esodati, ma fino ad ora occupandosi di mettere a punto sistemi che impediscano il ripetersi di nuovi casi esodati, con meccanismi di anticipo alla pensione, più che di rivolvere la situazione per tutti coloro che nelle maglie della riforma delle pensioni sono già incappati.