Votata al Senato la fiducia al decreto Milleproroghe – in scadenza il 27 febbraio – come richiesto dal Governo: voti a favore 158, contrari 136, astenuti 4. Dunque, dopo l’esame del Maxi-emendamento da parte della Commissione Bilancio e le dichiarazioni di voto odierne, il testo è stato approvato e procederà adesso con il suo iter.
Il Ddl passerà ora alla Camera per l’esame in Commissione e una nuova fiducia in Aula, per poi arrivare al sì definitivo sul testo entro fine mese, per evitarne la decadenza.
Cosa cambia sul fronte lavoro e imprese? Resta – nonostante le “minacce della maggioranza” – nel testo l’emendamento Pd che proroga al 2011 il diritto di fare ricorso per ingiusto licenziamento: l’impugnazione tutela soprattutto i lavoratori precari, procrastinando l’applicazione della legge che prevede un termine di soli 60 giorni per il ricorso.
Nel Milleproroghe è stato inserita anche una misura che aiuta le banche a controbilanciare le svalutazioni dei crediti attraverso il meccanismo delle imposte in vista di Basilea3: le imposte anticipate iscritte in bilancio e relative a svalutazioni di crediti non ancora dedotte dal reddito imponibile, diverranno crediti d’imposta in caso di perdita d’esercizio.
Non sarà invece innalzata la soglia d’usura, come inizialmente previsto.
Nessuna misura è stata invece introdotta per le imprese agricole, nonostante la crisi che sta attraversando. Si chiedevano: bonus gasolio, interventi a sostegno del settore bieticolo e finanziamenti alle Associazioni degli allevatori.
«È semplicemente una vergogna» ha commentato il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori, Giuseppe Politi, aggiungendo che così l’agricoltura rischia di essere distrutta: per le piccole aziende agricole risulta una beffa, soprattutto, il provvedimento sulle quote latte, il pagamento delle cui multe è stato prorogato di sei mesi (30 giugno 2011).
Confermate le nuove tasse regionali, richiedibili per stati di emergenza: tributi, addizionali e imposta regionale sulla benzina possono essere aumentate a discrezione della Regione.
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