Le PMI italiane rispondono alla crisi diversificando la gamma di prodotti e servizi e diminuendo i prezzi, ma anche tagliando personale e stipendi più che in altri paesi. Lo rileva l’indagine a campione “PMI: il punto sull’attività degli ultimi 12 mesi” realizzato da GFK Eurisko per Zurich Insurance Group. In Italia, le piccole e medie imprese sono quasi le uniche in Europa a non aver puntato su nuovi target locali, a conferma di una debolezza del mercato interno, per quanto il trend sia ora invertito, in crescita rispetto al 2013 passando dal 7 all’11%. Segnale timido ma positivo.
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Strategie anti-crisi
L’opzione su cui maggiormente puntano le PMI italiane è la diversificazione di prodotti e servizi (21,5% contro una media europea del 19,6%). Segue il calo dei prezzi (19,5% contro una media europea del 14,1%). L’espansione verso nuovi mercati si rivela invece una strategia comune dato medio 11,8%). L’Italia è uno dei paesi europei in cui più frequentemente le imprese valutano di chiudere l’attività (7,5%, contro una media del 5,5%). E aumentano quelle che quest’anno hanno deciso di licenziare (12% contro l’11% del 2013). In crescita anche le imprese che chiedono nuovi finanziamenti, dal 5 al 9%.
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Modelli UE
Interessante notare come l’altra economia europea ad alta densità di PMI, la Germania, punti invece su fattori diversi dall’Italia: aumento dei prezzi (20% rispetto al 4% dell’Italia) e investimento in strumenti e attività d’impresa (26,5% rispetto al nostro 16%). Molto bassa, in tutta Europa, la scelta di aumentare l’offerta, che oscilla intorno al 5% (uniche eccezioni, Portogallo e Gran Bretagna, intorno al 7%).
Modelli extra-UE
Uscendo dai confini europei, il primo dato che balza all’occhio è che le PMI dei mercati emergenti scelgono, fra le strategie più gettonate, l’aumento di stipendi e dipendenti. In America Latina (Brasile, Argentina e Messico), gli stipendi aumentano nel 34% delle PMI, in Medio Oriente, Africa e Asia il dato è intorno al 21%. L’incremento di personale è invece scelto più frequentemente in Asia (25%), seguita da Medio Oriente e Africa, 20%, mentre sono più contenuti i numeri in America Latina, 8,5%. Le strategie che sono sopra il 20% a livello globale sono comunque il mercato interno e la diversificazione dei prodotti. Medio Oriente e Africa si distinguono anche per le esportazioni, sopra il 20%.
Scenario globale
Il quadro complessivo viene considerato dal report positivo, con la maggioranza di PMI che punta su strategie espansive e non su misure più drastiche come la chiusura o la riduzione dell’attività.