La sesta salvaguardia per gli esodati si prepara a un rapido iter in seconda lettura al Senato per l’approvazione definitiva entro settembre: in commissione Lavoro tutti i gruppi parlamentari hanno deciso di non presentare emendamenti. La sesta tutela riguarda 32.100 lavoratori rimasti senza stipendio né assegno INPS, che nella maggioranza dei casi (circa 20mila) erano già ricompresi nei precedenti provvedimenti e per i quali è stato spostato di un anno il termine per il diritto alla pensione (al 6 gennaio 2016): autorizzati alla prosecuzione dei contributi dopo il dicembre 2011, licenziati o cessati in virtù di accordi individuali o aziendali, in congedo per cura di parenti affetti da malattie gravi. Gli altri (9.900), sono collocati in mobilità entro il dicembre 2011 o dipendenti a tempo determinato cessati fra il 2007 e il 2011.
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Nel corso della discussione in Commissione è stato presentato un ordine del giorno che, sostanzialmente, dichiara concluso il capitolo Esodati escludendo nuovi provvedimenti di salvaguardia.
«Con i cinque provvedimenti di salvaguardia emanati dalla riforma del dicembre 2011 a oggi, cui si aggiunge il sesto, contenuto nel disegno di legge in esame, è stata assicurata l’applicazione della disciplina previgente del pensionamento per tutti coloro che, avendo perso involontariamente l’occupazione nel periodo immediatamente precedente o immediatamente successivo alla riforma stessa, si attendevano il pensionamento entro il quadriennio successivo (2012 – 2015), nonché tutti i lavoratori in carico da prima della riforma a “fondi di solidarietà” istituiti in funzione della soluzione di crisi occupazionali aziendali o di settore».«Assicurata l’applicazione della disciplina previgente del pensionamento per coloro che fossero stati autorizzati alla prosecuzione volontaria prima della riforma, in attesa di maturare i requisiti per il pensionamento entro il quadriennio successivo (2012 – 2015)».
«Salvi alcuni casi, numericamente assai limitati, che soltanto per circostanze particolari e peculiari non rientrano tra quelli salvaguardati e ai quali dovrà essere dedicata la necessaria attenzione in funzione di soluzioni ad essi rigorosamente circoscritte, con quest’ultimo provvedimento di salvaguardia deve considerarsi conclusa la fase degli interventi legislativi volti a risolvere problemi transitori di applicazione della riforma con l’esenzione dalla nuova disciplina pensionistica in favore di persone interessate da accordi di scioglimento dei rapporti di lavoro in prossimità del pensionamento».
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L’ordine del giorno contiene una critica alla prassi, seguita per decenni, di «utilizzare il sistema pensionistico come strumento di politica del lavoro», e sollecita il governo a «operare in modo efficace e incisivo per l’aumento del tasso di occupazione della popolazione italiana in età superiore ai 50 anni».
Le proposte: incentivi per la permanenza o il reinserimento dei 50-60enni, forme di flessibilizzazione del pensionamento, combinazione di lavoro a tempo parziale con pensionamento parziale, incentivi alle imprese che valorizzano l’esperienza, attivare forme di sostegno al reddito, assistenza intensiva nella ricerca, e contributo economico per l’assunzione per il reinserimento degli ultra-sessantenni che hanno perduto l’occupazione e sono ancora lontani dalla pensione.
del Senato