Le statistiche sulle dichiarazioni IRES e IRAP dell’anno d’imposta 2008, diffuse ieri dal Dipartimento delle Finanze, mostrano il 35% delle società di capitali in perdita fiscale. Le analisi sul reddito d’impresa in Italia hanno interessato oltre un milione (1.030.161) di società di capitali (+3% rispetto anno precedente).
Le società di piccole dimensioni (volume d’affari sotto i 500mila euro) hanno dichiarato il 25% di perdite e 9% di reddito imponibile. L’IRES è concentrata nelle grandi imprese: il 52% dallo 0,8% della SpA.
Il 2008 è stato proprio l’anno in cui è esplosa la crisi economico-finanziaria, in particolare dal quarto trimestre (PIL a -1%), con reddito medio dichiarato dalle società in continuità d’esercizio (il 90%) di 287.630 euro e perdita media di 145.590 euro. Alle società con periodo d’esercizio non coincidente con l’anno solare – periodo d’imposta terminato nel corso del 2009 (PIL a -5%) – è andata ancora peggio.
Nel 2008 sono entrate in vigore le riforme IRES e IRAP passate rispettivamente a 27,5% (-17%) e 3,9% (-8%) e sono state definite nuove regole per la determinazione della base imponibile. Tutto questo ha portato a una diminuzione dell’imponibile complessivo delle società di capitali (137,2 miliardi di euro).
La base imponibile ha subito una flessione del -4%, per un totale di 701 miliardi di euro. A livello territoriale il 60% dell’imposta è stata prodotta al Nord e solo il 17% al Sud e Isole.
Circa il 4% delle società ha utilizzato il regime del consolidato (+6% rispetto al 2007), dichiarando imposta media di 4.351.350 euro (5.320.370 euro nel 2007). Le società assoggettate a tassazione ordinaria hanno invece dichiarato imposta media di 44.530 euro (54.873 euro nel 2007).
Il “Regime dei minimi” ha portato a un calo delle dichiarazioni IRAP (5.047.799, pari a -10,5% sul 2007).
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