In presenza di reati fiscali, nel caso in cui si ipotizzi il rischio di accrescimento delle frodi, è legittimo l’accertamento sprint. A stabilirlo è stata l’ordinanza n.14287/2014 della Corte di Cassazione che ha ritenuto legittimo l’avviso di accertamento emesso a carico di un contribuente a soli sette giorni dall’ispezione.
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Il sospetto di maxi evasione fiscale a carico del contribuente e il pericolo di accrescimento delle frodi, secondo i giudici della Cassazione, costituiscono motivo d’urgenza che rende legittimo l’accertamento in tempi ridotti rispetto ai 60 giorni normalmente previsti, periodo di tempo destinato al contraddittorio procedimentale prima dell’emissione del provvedimento. Nel caso in esame il contribuente era stato accusato di mancata dichiarazione dei redditi, di contrabbando aggravato e di trasferimento fraudolento di valori.
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Il contribuente aveva ricevuto un avviso di accertamento inerente a IRPEF, IRAP e IVA per il 1999 a soli sette giorni di distanza dalla verifica della Guardia di Finanza che aveva evidenziato varie infrazioni, regolarmente riportate nella copia del verbale consegnata al contribuente. Visti i rilevanti volumi di affari realizzati dal contribuente, per i quali egli aveva omesso di presentare la relativa dichiarazione dei redditi, e le violazioni a diverse norme di legge, la Corte di Cassazione ha ritenuto legittimo il carattere di urgenza e quindi l’avviso di accertamento emanato prima della scadenza del termine dei 60 giorni.