Intel intende proporre alle aziende una soluzione in grado di fare la differenza nel momento in cui si va a scegliere la propria dotazione hardware da ufficio. Nella fattispecie una nuova tecnologia sarà inclusa all’interno dei chip Sandy Bridge per fare in modo che, in caso di furto, il dispositivo possa diventare inutilizzabile.
Di per sé il concetto è estremamente semplice: grazie al cosiddetto “Anti-Thieft 3.0” ogni utente potrà fermare da remoto il proprio device in caso di furto o smarrimento sfruttando la connettività 3G. Il dispositivo diventa istantaneamente inutilizzabile, rendendo così vano il furto e sicuri i dati contenuti nel device. In caso di ritrovamento, però, la procedura può essere invertita: Intel ha previsto anche la possibilità di sbloccare nuovamente il device per entrare nuovamente in possesso tanto della macchina quanto dei dati ivi archiviati.
Ogni anno, spiega Intel, vengono rubati 12 mila laptop per un danno complessivo pari a 5 miliardi di dollari (comprensivi di perdita dei device, smarrimento dei dati, ripristino dell’operatività). Se ogni chip avesse un antifurto simile a quello previsto nel Sandy Bridge, la pratica passerebbe da interessante lucro ad inutile pericolo, scoraggiando così i furti in generale e rendendo particolarmente sicure tutte le macchine Intel Inside.
Inevitabilmente una tecnologia similare comporta però una necessaria riflessione: le aziende sono disposte ad affidare l’accesso dei propri device ad una azienda esterna? Il caso Wikileaks ha fatto scuola: fino a che punto la sicurezza è salvaguardata se a farsi arbitro dei destini della Rete e dei device sono aziende multinazionali, realtà governative e dinamiche politiche?
Nel caso di una PMI ogni rischio è edulcorato dal minore impatto delle attività e dalla semplice necessità di tutelare la segretezza dei propri dati. Per le piccole realtà imprenditoriali, quindi, l’antifurto del Sandy Bridge potrebbe essere realmente una chiave di volta nella scelta della dotazione hardware in uso: lo smarrimento di un pc può diventare un problema di minore entità se v’è un controllo remoto in grado di annullarne i danni correlati e favorirne conseguentemente il recupero.