Nomine effettuate: l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) ha un nuovo direttore generale, Alessandra Poggiani, mentre il comitato d’indirizzo sarà presieduto da Stefano Quintarelli e il consigliere all’innovazione è Paolo Barberis. La squadra al completo è stata annunciata al termine del consiglio dei ministri del 10 luglio, per dare un’accelerazione a quell’Agenda Digitale che fino ad oggi ha faticato a decollare, anche per le carenze fondamentali sul fronte governance dopo Agostino Ragosa e Francesco Caio, che di fatto hanno lavorato come commissari in mancanza di Statuto (arrivato solo nel 2014).
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La mission dell’AgID, istituita nel 2012 con il Dl 83/2012 (Decreto Crescita), è quella di coordinare e valorizzare le competenze del Dipartimento per la Digitalizzazione e l’Innovazione della Presidenza del Consiglio, dell’Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione, di DigitPA e dell’Istituto superiore delle comunicazioni e delle tecnologie dell’informazione per le competenze sulla sicurezza delle reti.
Alessandra Poggiani (PD), laureata in Scienze dell’Informazione a Londra, vanta diverse esperienze accademiche (Luiss, Roma Tre, La Sapienza, Tor Vergata) e da gennaio è a capo di Venis, azienda ICT del Comune di Venezia, dopo essere stata direttore generale di Lait (società informatica della Regione Lazio), senior advisor della società di Public Affairs e Rapporti Istituzionali Reti Spa e responsabile della comunicazione digitale di Enel.
Stefano Quintarelli, parlamentare di Scelta Civica, è stato fra i fondatori di I.NET (1994), primo provider internet italiano per il mercato professionale, e ha contribuito alla nascita di AIIP, l’Associazione Italiana degli Internet Provider. Paolo Barberis è stato fondatore di Dada, ceduta poi a Rcs, ed è ora a capo di Nana Bianca, incubatore di startup.
Fre le priorità dell’Agenda Digitale Italiana: innovazione della PA e della Giustizia, anagrafe digitale, cybersecurity, infrastrutture. In occasione di Digital Venice il premier, Matteo Renzi, ha confermato di voler proporre a Bruxelles di escludere gli investimenti in infrastrutture digitali dai vincoli del Patto di Stabilità.