Il DURC rischia di provocare uno sciopero dei consulenti del lavoro: nel mirino, le nuove procedure INPS per il DURC interno e l’invio, da parte dell’istituto previdenziale, delle note di rettifica arretrate. Queste ultime, spiegano i consulenti del lavoro, contengono molti errori, che di fatto bloccano i benefici per i quali i necessario il DURC interno. Risultato: la categoria se l’INPS non troverà una soluzione immediata, intraprenderà azioni di sciopero.
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DURC interno
Il punto è che al rilascio del DURC interno sono subordinati tutti i benefici normativi e contributivi previsti dalla legge per le imprese (articolo 1, comma 1175 della legge 296/2006, la finanziaria per il 2007), come ad esempio le agevolazioni per le assunzioni, piuttosto che gli sgravi contributivi. In base alla nuova procedura, che di fatto dematerializza il DURC, l’istituto rilascia mensilmente un report alle aziende con la situazione contributiva e un semaforo che è verde se tutto va bene, oppure giallo o rosso, rispettivamente per invito a sanare la posizione entro 15 giorni e inadempienza.
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Errori INPS
Secondo i consulenti del lavoro, le note dell’INPS sono spesso sbagliate, con errori che si ripercuotono sulla gestione delle imprese, generando confusione e disguidi burocratici ai danni di imprenditori, lavoratori e consulenti del lavoro. L’INPS in pratica rileva irregolarità contributive che in realtà non esistono, e blocca il rilascio del DURC interno. Questo succede anche perché il DURC interno, secondo i consulenti del lavoro, non tiene conto di eventuali dilazioni amministrative o di pagamenti effettuati direttamente al concessionario.
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Revisione del DURC interno
In realtà l’INPS, anche su richiesta dei professionisti del settore, ha già fatto una parziale marcia indietro, annunciando l’invio di una PEC alle imprese che di fatto annulla l’efficacia di tutti i preavvisi emessi nel mese di giugno e la sospensione degli invii per i mesi di luglio e agosto. Durante i quali i tecnici saranno al lavoro per tenere conto di tutte le variazioni e i pagamenti effettuati dalle imprese, sanando quindi le relative posizioni e facendo tornare il “semaforo verde”. Secondo i consulenti del lavoro, si tratta di un
«Segnale positivo, ma non bastevole a risolvere i problemi creatisi nelle posizioni aziendali».
All’INPS vengono presentate una serie di richieste, perché riveda l’intera fase di costruzione dei preavvisi. Prevista una fase di verifica in settembre sulle posizioni effettivamente regolarizzate. Se l’istituto non dovesse realizzare tutti gli impegni presi, si legge nel comunicato dei consulenti del lavoro
«Saranno attivate le procedure per lo stato di agitazione della categoria in virtù del recente codice di autoregolamentazione dello sciopero, appena approvato dalla Commissione di Garanzia».