Cassazione: quando l’impresa può licenziare i dirigenti

di Noemi Ricci

Pubblicato 15 Dicembre 2010
Aggiornato 8 Agosto 2013 12:31

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Sentenza Cassazione: l'azienda ha il diritto di licenziare il dirigente se viene meno il rapporto di fiducia o se subentrano circostanze che ne rendono minima l'utilità.

Con la sentenza n. 25145, depositata il 13 dicembre 2010, la Sezione lavoro della Cassazione ha stabilito che la disciplina che limita il potere di licenziamento così come previsto dalla legge 300/1970 non può essere applicata ai dirigenti convenzionali e neanche a quelli apicali, ai vertici dell’azienda e ai dirigenti medi o minori.

Il rapporto di responsabilità che lega dirigente e impresa fa sì che egli possa essere licenziato per tre motivi: “inadeguatezza alle aspettative riconoscibili ex ante”; “deviazionedalle direttive generali; errato “comportamento extra-lavorativo” incidente sull’immagine aziendale.

La sezione lavoro ha stabilito che anche per i dirigenti minori le suddette circostanze possono costituire ragionevole motivo di rottura del rapporto di fiducia e quindi giustificare il licenziamento a norma della disciplina contrattuale.

Un’azione che potrebbe essere giustificata anche dal fatto oggettivo che la posizione assegnata al dirigente nella articolazione della struttura direttiva dell’azienda possa nel tempo divenire non pienamente adeguata nello sviluppo delle strategie di impresa del datore di lavoro. La derivante minore utilità del dirigente, unita ad un quadro di scelte orientante al miglior posizionamento dell’impresa sul mercato, renderebbe lecita la sua espulsione.