«In Italia, i piccoli editori (anche) in questo 2010 vanno meglio del resto del mercato: la crescita annua a valore del loro segmento, se si esclude la grande distribuzione, si attesta sul 6,1%, mentre il resto dell’industria cresce “appena” dello 0,9%. Un incremento trasversale, che si registra tanto nelle librerie di catena, in quelle indipendenti e in quelle online, ancor più significativo in un anno in cui non si evidenziano fenomeni di genere come i “vampiri” per il 2009»: questi i dati Nielsen BookScan presentati dall’Associazione Italiana Editori (AIE) in occasione di “Più libri più liberi“, evento in corso a Roma fino all’8 dicembre.
In periodo di crisi generale, e soprattutto nel mezzo di una “tempesta perfetta” che sta coinvolgendo il settore, le piccole imprese che operano nell’editoria hanno dimostrato di saper galleggiare e reagire ai problemi puntando sui nuovi trend e su settori specifici: «le vendite per i piccoli editori crescono nel segmento bambini e ragazzi (nel 2010 si rileva un +25,3% a valore rispetto al 2009), sulla fiction (+4,1%) e sulla non fiction specialistica (+12,8%)».
I dati premiano quindi le Pmi del settore, identificando per queste ultime performance migliori rispetto ad un comparto che chiuderà comunque in positivo l’annata (+1,3%).
La crescita online è pari al 32,2%, mentre la crescita è pari all’11,8% nelle librerie di catena: un trend forte, un dato che evidenzia lo spirito di adattamento della piccola impresa nei confronti della domanda di mercato. Enrico Iacometti, presidente del Gruppo piccoli editori dell’AIE, sottolinea infatti quanto le Pmi stiano significando per il settore in un momento tanto delicato: «ciò che emerge in modo chiaro da questi dati è che la piccola editoria in un momento di profonda trasformazione della società italiana si dimostra capace, mettendocela tutta, di intercettare e dare risposta ai nuovi bisogni di letterature, informazione, approfondimento e comprensione dei nuovi fenomeni». Tutto ciò, però, non senza tenere in considerazione alcuni forti segnali problematici: «Guardiamo con preoccupazione il decremento delle librerie indipendenti rispetto a quelle di catena: questo conferma la necessità e l’urgenza di una maggiore tutela nei loro confronti». Ma le note positive sono quelle in digitale: «Guardiamo con grande attenzione invece l’incremento dell’online, che in percentuale supera quello generale del settore. A dimostrazione che la rete può divenire un canale di vendita particolarmente interessante per i piccoli editori».