L’obbligo di POS che scatta lunedì 30 giugno rischia di essere l’ennesima batosta per le PMI: secondo le stime della Cgia di Mestre, un’impresa che fattura 100mila euro l’anno spende per il POS circa 1.200 euro. Per non parlare dei professionisti a Partita IVA: nel caso di autonomi che lavorano a domicilio, ad esempio ci vorrebbe un terminale per ogni collaboratore.
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Costi POS
Il costo annuo di 1200 euro viene calcolato applicando i costi medi rilevati dai fogli informativi su un campione di dieci banche attive a livello nazionale, tenendo conto di canone mensile, annuale e percentuale di commissione sull’incasso.Le spese variano a seconda delle diverse tipologie di POS: nel caso di una versione base, si spendono 24 euro di canone mensile, 289 di canone annuo e 2189 euro di commissioni. Significa un costo totale di 2.478 euro. Con un POS cordles, salgono il canone mensile a 29 euro e annuo a 346 euro, quindi il costo netto totale si porta a 1.208 euro. Infine se il modello è un GSM (che ad esempio si utilizza nel caso in cui si lavori fuori sede), diventano ancora più cari i canoni (35 mensile, 419 annuale) e di conseguenza la spesa annua sale a 1.240 euro.
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Attenzione: è vero che dal 30 giugno entra in vigore l’obbligo di POS ma è anche vero che non sono previste sanzioni per chi non adempie. La norma di riferimento è l’articolo 15, commi 4 e 5, del Dl 179/2012 e, lo ricordiamo, prevede l’obbligo di accettare pagamenti con bancomat per acquisti sopra i 30 euro.
Spese POS deducibili
In realtà, ci sono spese di utilizzo deducibili ai fini del reddito d’impresa: sottrando dalla cifra totale le imposte che si risparmiano grazie alla deducibilità dell’onere in questione, si ottiene una spesa netta annua di 1.183 euro.
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Obbligo POS per tutte le Partite IVA
Come sottolinea Giuseppe Bortolussi, segretario Cgia di Mestre, la norma si rivolge senza distinzioni a «tutte le imprese che effettuano attività di vendita di prodotti e di prestazioni di servizi». Mentre nella relazione illustrativa si prevedeva un obbligo solo per chi lavora con i privati «nel testo finale della legge non vi è traccia di questa limitazione», quindi «un’interpretazione letterale consente di affermare che sono obbligati a dotarsi di POS anche coloro che effettuano un’attività verso altri imprenditori o lavoratori autonomi», come ad esempio gli autotrasportatori, le aziende subfornitrici, le imprese di pulizia, i commercianti all’ingrosso. Tutte attività «che nella prassi quotidiana ricevono già adesso pagamenti tracciabili», quali sono ad esempio i pagamenti con bonifico. Stesso discorso per le imprese che lavorano con i privati, ma comunque ricevono per lo più i pagamenti con bonifico (imprese edili, concessinari di auto e moto).