I 25 freni all’innovazione delle PMI

di Teresa Barone

26 Giugno 2014 09:57

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Il report elaborato da Cna Roma illustra i fattori che frenano l'innovazione delle imprese italiane.

Che cosa frena la corsa delle imprese verso l’innovazione? Quali sono le criticità che limitano il potenziale innovativo delle aziende? Cna e Camera di Commercio di Roma hanno cercato di rispondere a questi quesiti promuovendo la ricerca “La predisposizione delle piccole imprese verso l’innovazione”, studio finalizzato non solo a far emergere le ragioni che causano ritardi dal punto di vista della modernizzazione del tessuto produttivo, ma anche a individuare le aspettative e i timori delle stesse PMI.

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Innovazione e criticità

Secondo il report della Cna esistono 25 fattori che impediscono alle imprese di investire nell’innovazione: la ridotta dimensione, ad esempio, così come l’insufficiente domanda di servizi e il divario ancora molto ampio tra il Nord e il Sud della Penisola, ma anche la diffidenza nei confronti dell’innovazione dei titolari d’azienda appartenenti a fasce di età mature.

Tassazione e credito

A porre un freno alle imprese è anche l’eccessiva tassazione accompagnata dalla pesante burocrazia e dalla scarsa collaborazione tra il pubblico e il privato. Sulle imprese pesano, inoltre, la costante difficoltà nell’accesso al credito e una progressiva dequalificazione del capitale umano.

Cultura ICT

Anche la scarsa diffusione delle tecnologie fa la sua parte. Nonostante le evidenti difficoltà, tuttavia, l’innovazione rappresenta una determinante leva per il futuro del sistema produttivo nazionale, come afferma Giampiero Castellotti, coordinatore della ricerca:

«In linea generale la gran parte dell’opinione pubblica e degli imprenditori è cosciente dell’importanza dell’innovazione quale sfida per il futuro. Grazie a tale consapevolezza, le proposte che vengono dalle piccole e medie imprese sono sempre più circoscritte: l’alleggerimento della pressione fiscale sulle aziende innovative, una leva pubblica che si aggiunga ai soldi dei privati perché nel mondo il 55% della dotazione finanziaria dei fondi privati di venture capital arriva da fondi pubblici e l’individuazione di edifici pubblici, soprattutto quelli dismessi, da porre a disposizione delle imprese giovani e innovative per accogliere incubatori, contamination lab, strutture di formazione.»

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