È in crisi il settore delle imprese artigiane, che ora si riuniscono insieme alle associazioni di categoria, le organizzazioni sindacali e la filiera delle costruzioni per lanciare un nuovo grido d’allarme, ad un anno e mezzo dagli Stati Generali delle Costruzioni.
Ma solo protesta: le imprese artigiane propongono un modello di sviluppo basato sulla qualità e sulla legalità dell’impresa e del lavoro.
Sono più di 250.000 i posti di lavoro persi, l’utilizzo degli ammortizzatori sociali è cresciuto a dismisura (+300%), mentre la produzione di materiali da costruzione è scesa del 20%, per un totale di 70 miliardi di euro di perdite.
In uno scenario come questo è comprensibile l’indignazione degli imprenditori, i quali chiedono in primis che venga dato uno stop ai ritardi nei pagamenti da parte delle PA, arrivati a superare anche i 24 mesi.
Abbandonati dal Governo e senza una vera politica industriale che li consideri, tutti gli attori della lunga filiera dell’edilizia chiedono a gran voce un confronto e risposte concrete alle loro proposte.
Di fatto, per l’edilizia non sono stati adottati provvedimenti e nè stanziate risorse. Gli Stati Generali delle Costruzioni esporranno le priorità individuate in occasione della Manifestazione Nazionale che si terrà domani, mercoledì 1° dicembre 2010, a partire dalle 10,30 in Piazza Montecitorio.