Come anticipato, Unioncamere ha presentato – in occasione di JOB&ORIENTA 2010, il Salone nazionale dell’orientamento, la scuola, la formazione e il lavoro che si è tenuto a Verona tra il 25 e il 27 novembre – i dati del Rapporto Excelsior su quali sono i titoli di studio più richiesti dal mondo del lavoro.
Tra i dati più rilevanti dello studio ci sono il numero di laureati assunti nel 2010 (68.800, +6.400 rispetto al 2009) e quello di diplomati (243.000, +20.900 rispetto al 2009), i quali dimostrano una iniziale ripresa del mercato del lavoro.
Terreno fertile in particolar modo per chi si laurea in tempi brevi e per infermieri, educatori professionali, addetti all’amministrazione, addetti alle operazioni bancarie front-office e programmatori informatici.
I neolaureati e i neodiplomati sono considerati dal 57% delle imprese potenzialmente adatti a svolgere la professione cercata.
Chi assume però cerca, oltre all’istruzione, anche competenze trasversali e soprattutto almeno un’esperienza precedente nel curriculum, anche piccola e ottenuta mediante stage, meglio ancora se come tirocinio in azienda svolto durante il corso di studi (fondamentali per 2 imprese su 3).
Ovviamente non è semplice per i giovani rispondere a richieste di questo tipo e questo fa sì che aumentino le difficoltà di recruiting delle aziende italiane soprattutto per quelle che rientrano nei cosiddetti “white jobs” (le professioni legate ai servizi sociosanitari, la ricerca di nuovi mercati, la progettazione, l’ICT, l’educazione). In particolare il 50% degli sviluppatori di software e degli addetti al marketing riscontrano grandi difficoltà di reperimento.
Poco florida anche la situazione dei diplomati: 26 assunzioni su 100 sono difficili, contro il 19% del 2009. Per chi decide di non proseguire gli studi, la scelta migliore è quella degli indirizzi tecnico-professionali, tra i più cercati dalle imprese private e tra i più difficili da reclutare. Questo vale soprattutto nel settore meccanico, commerciale e tra i profili legati all’amministrazione, alla contabilità, ai servizi di pulizia e alla grande distribuzione.
Le imprese non disdegnano infine investimenti in una ulteriore formazione dei candidati per sopperire eventuali carenze tecniche, ma non transigono nella ricerca di persone capaci di lavorare in gruppo e di risolvere i problemi, importante anche una spiccata capacità di essere autonomi, responsabili nello svolgimento dei compiti assegnati, di collaborare con gli altri per attività più complesse e di gestire i rapporti con la clientela.