Fra le semplificazioni fiscali in arrivo, il Governo ha confermato il taglio del 10% dei costi dell’energia per le imprese in bolletta elettrica, che sarà apportata eliminando alcuni oneri generali di sistema ma anche gli incentivi alle Rinnovabili e alle fonti fossili. L’annunciato pacchetto di misure per la competitività è stato presentato dai Ministri Guidi e Padoan, riassunto in un documento di sintesi:
=> Energia e Misure per la competività: la scheda
Il pacchetto, che si compone di un decreto legge e successivi provvedimenti attuativi, nel suo complesso prevede risparmi per un totale di 3 miliardi a favore di imprese e famiglie:
- 1,5 mld di tagli in bolletta con la rimodulazione degli incentivi alle Rinnovabili;
- 1,5 mld di incentivi fiscali per investimenti produttivi e capitalizzazione d’azienda.
Risparmi in bolletta
Il taglio in bolletta (beneficio non cumulabile con altre agevolazioni tariffarie esistenti) si concentra sulle PMI, (70%) ma coinvoolge anche le famiglie (30%). I beneficiari diretti sono infatti i soggetti collegati in Media Tensione (ca. 110.000) e quelli collegati a Bassa Tensione con potenza impegnata > 16,5 kW (ca. 600.000). L’obiettivo è una maggiore equità sul prezzo dell’energia, che le piccole e medie imprese italiane pagano circa il 30% in più delle concorrenti europee.
=> Speciale Energia per le imprese
Incentivi Fotovoltaico
La misura viene finanziata con una sorta di spending review sulla bolletta, che vedrà ridotti alcuni oneri generali di sistema: l’intervento più importante riguarda gli incentivi al Fotovoltaico, rimodulando i contributi statali agli impianti sopra i 200 Kw/h, con un allungamento da 20 a 24 anni degli incentivi (ridotti perchè “spalmati”). L’allungamento degli incentivi, difficilmente ammortizzabile rispetto agli investimenti già effettuati, è il grande spauracchio delle imprese delle Rinnovabili. Per contenere questo rischio, se si sceglie l’allungamento sarà possibile beneficiare di provvista dedicata o di garanzia CdP, per un importo massimo pari alla differenza tra l’incentivo già spettante al 31 dicembre 2014 e l’incentivo “rimodulato”. La rimodulazione è dunque teoricamente volontaria per le imprese:
Gli interventi toccano soltanto gli 8.600 soggetti (su un totale di 200.000 operatori) che percepiscono il 60% degli incentivi e che potranno optare per una erogazione in 24 anni anziché 20 (con contestuale sostegno creditizio) oppure per una equivalente autoriduzione degli incentivi erogati su 20 anni.
=> Taglio in bolletta elettrica per PMI: incentivi Rinnovabili a rischio
Non vengono invece toccati gli incentivi a favore dei grandi operatori (circa 6 miliardi l’anno). In generale, in nome di una maggiore equità elettrica, il governo mira in pratica ad eliminare le “rendite”: tagliando i sussidi alle fonti fossili, rimodulando gli incentivi alle fonti rinnovabili; eliminando i sussidi incrociati ingiustificati; rafforzando i controlli su chi percepisce incentivi.
Semplificazioni
Previste anche semplificazioni burocratiche. Ad esempio, per i piccoli impianti a fonti rinnovabili ci sarà un modello unico di comunicazione, approvato dal Ministero in sostituzioni dei diversi moduli predisposti per gli adempimenti nei confronti di GSE, Comuni e gestori di rete. Anche in questo caso, l’obiettivo è ridurre il gap competitivo delle PMI italiane rispetto al resto d’Europa, oltre che in termini di prezzi dell’energia, anche sul fronte degli adempimenti burocratici. Un obiettivo che va di pari passo con il più vasto piano di semplificazioni fiscali discusso in CdM il 20 giugno.
=> Riforma fiscale Renzi, semplificazioni senza condoni
Credito e competitività imprese
Previsto un credito d’imposta del 15% e il potenziamento degli incentivi fiscali ACE (Aiuto alla Crescita Economica) per chi aumenta il capitale della propria società. Annunciate anche misure per sostenere l’accesso al credito delle imprese e nuovi incentivi agli investimenti in beni strumentali. Ad esempio, le compagnie di assicurazione e le società di cartolarizzazione potranno concedere credito diretto alle imprese. Infine, in programma ci sono anche diverse le norme per favorire i canali di investimento alternativi alla banca, dall’emissione di mini bond alla quotazione in Borsa.