La professione del manager è una posizione dirigenziale complessa, finalizzata al coordinamento di progetti e risorse, e per la quale servono idonee competenze ed elevata capacità di gestione. Solo a queste condizioni il management in azienda è in grado di fare la differenza sulle performance d’impresa. A dimostrare quanto le buone pratiche manageriali siano cruciali per la produttività aziendale ci ha pensato un gruppo di ricercatori delle facoltà di economia di Stanford, Berkeley e dei centri studi Bread e IZA della Banca mondiale.
Il team di ricerca ha rilevato e misurato l’influenza di un buon management sui risultati aziendali.
Lo studio ha preso in esame un campione di aziende (fabbriche tessili) alle quali era stata fornita idonea consulenza organizzativa e gestionale, con un pacchetto di 38 suggerimenti per un buon management: un mese di consigli personalizzati in base ai modi di comunicare, decidere e operare di ciascun manager coinvolto relativamente alle aree produttive – controllo della qualità, gestione degli stock, pianificazione dei macchinari, gestione delle persone, vendite e ordini.
Le attività e il modo di operare di un altro gruppo di fabbriche sono stati, invece, lasciati inalterati.
Nel primo gruppo la produttività è aumentata in media dell’11%, i difetti dei prodotti stati dimezzati, quelli degli stock sono calati del 20%, il rendimento è aumentato del 5%. Il tutto si è tradotto in un vantaggio economico medio di 200.000 dollari all’anno.
La ricerca ha evidenziato come in un’azienda che non ottimizzi il management persistano spreco di materiale, archivi disorganizzati, aumento dei prodotti difettosi, bassa produttività, demotivazione dei lavoratori e macchinari poco manutenuti e obsoleti. Viene infine sottolineata l’importanza di formare i lavoratori all’uso dei pc e di lasciare maggiore autonomia ai capi intermedi.