Tratto dallo speciale:

TASI prima rata a giugno: caos bollettini e delibere

di Barbara Weisz

Pubblicato 12 Maggio 2014
Aggiornato 3 Giugno 2014 09:06

Oltre 7mila Comuni senza aliquote TASI, a rischio acconto prime case, calcolo fai-da-te per gli altri: caos su aliquote IMU+TASI e su ripartizione tra proprietari e inquilini.

Debutto TASI degno di quello IMU quanto a complicazioni: la prima rata di acconto, in scadenza il 16 giugno, per la maggior parte dei Comuni scatterà senza la delibera con le aliquote 2014 pubblicate in tempo utile (emanate entro il 23 maggio, online entro il 3 giugno). Di conseguenza, le prime case salteranno l’acconto versando la TASI a saldo in dicembre; gli altri immobili, compresi quelli di impresa, dovranno comunque pagare la prima rata ma con un calcolo teorico, previsto dal Salva Roma (legge 68/2014 in Gazzetta Ufficiale del 5 maggio), applicando IMU con aliquote 2013 + 0,1% di TASI (aliquota base). In tutto questo, la previsione originaria di far pervenire a casa del contribuente il bollettino postale (per il comune) e l’F24 (per lo Stato) precompilati è mera utopia.

=> Acconto TASI: regole a binario doppio

TASI-IMU: caos normativo

Sussiste un problema di incompatibilità tra le norme sulla TASI fissate dalla Legge di Stabilità (somma IMU + Tasi 2014  non oltre 1,14%) e dal Salva Roma (IMU 2013 + TASI 0,1%) nei Comuni che per il 2013 avevano fissato aliquota IMU sulle seconde case all’1,06%, facendo superare il tetto consentito. Quindi? Indicazioni su come comportarsi non sono previste in nessuna norma. L’applicazione letterale delle regole prevede il pagamento in acconto, di una somma superiore al 50% dell’importo totale della tassa sugli immobili 2014, e poi un congaglio in sede di saldo di dicembre.

=> TASI-IMU, cosa prevede il decreto Salva Roma

Quota inquilino – proprierario

Non si capisce come, in mancanza di delibera comunale, si ripartisca la quota fra inquilino e proprietario: la TASI (tassa sui servizi indivisibili del Comune), infatti, va in parte pagata anche dagli inquilini, in una percentuale che deve decidere il Comune di apparteneneza e che può variare dal 10 al 30%. Cosa succede a giugno nei Comuni che non avranno ancora deliberato? Non è dato capirlo.

=> Ripartizione TASI: affitto e proprietà

Situazione nei Comuni

Ci sono importanti metropoli in cui le delibere sono approvate o in fase di approvazione, come Roma, Milano, Torino, Bologna. Ma nella maggioranza dei Comuni al momento non ci sono delibere: secondo le stime Confedilizia, sono circa 900 gli enti locali che hanno predisposto regole 2014, il che significa che all’appello ne mancano oltre 7mila.

=> La mappa dei rincari per gli immobili d’impresa

Le scadenze per le delibere: nei Comuni in cui non vengono fissate le aliquote 2014 entro il 23 maggio, si applica il calcolo sopra descritto (IMU 2013 + 0,1% di TASI) per gli immobili diversi dalla prima casa, mentre non si paga l’acconto di giugno sull’abitazione principale. Nei Comuni in cui ci sono le nuove aliquote, entro il 16 giugno si paga un acconto del 50% e l’altra metà si versa il 16 dicembre.

Esempi

Se il Comune delibera entro maggio tutti verseranno in acconto il 50% della tassa calcolata con le aliquote 2014; se è stata decisa TASI 0,25% sulla prime case e sulle seconde una somma IMU + TASI all’1,14%:

  • prima casa: 0,25% dell’imponibile IMU diviso per due. Si ottiene lo stesso risultato dimezzando l’aliquota, cioè applicando lo 0,125% al valore imponibile IMU.
  • altri immobili: 1,14% dell’imponibile IMU diviso per due. Oppure 0,57% dell’imponibile IMU.

Senza delibera entro maggio, per la prima casa non si paga nulla in acconto. mentre pergli altri immobili: si paga IMU 2013 + TASI 0,1% e si divide il risultato per due.

Se ad esempio l’IMU 2013 era allo 0,76% si calcola lo 0,86% dell’imponibile IMU e si divide per due. Ma se l’IMU 2013 era all’1,06%, siamo nel caso in cui il proprietario rischia di pagare un acconto superiore al 50%. In mancanza di nuove indicazioni, le regole attuali prevedono che si debba calcolare per versare l’acconto l’1,16% dell’imponibile IMU e poi dividere per due. In pratica,aliquota 0,58%. Poi, a dicembre, il saldo sarà più basso (massimo 1,14%).