Come preannunciato dal Premier Matteo Renzi e dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti, il Governo ha posto la fiducia sul DL Lavoro e dalla Camera è arrivato il primo “sì”, mentre il Consiglio dei Ministri ha approvato il 18 aprile il Decreto IRPEF (DL 24 aprile 2014, n. 66, Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale) pubblicato in Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.95 dello stesso giorno e sibto entrato in vigore.
=> Il testo integrale del Decreto IRPEF
DL Lavoro
La Camera ha votato la fiducia al Decreto Lavoro con 344 voti a favore e 184 contrari. Ora il testo passa al Senato senza modifiche rispetto a quello uscito dalla Commissione Lavoro alla Camera e che è stato contestato, soprattutto per quanto riguarda la parte relativa ai contratti a termine e apprendistato, da Nuovo Centrodestra e Scelta Civica. Lo scontro viene dunque spostato in Senato, con l’obiettivo prefissato di convertire il legge il DL entro il 20 maggio.
=> Dl Lavoro: il testo
Nonostante le critiche al DL Lavoro, tuttavia, il Governo non sembra essere a rischio, stando alle parole del ministro dell’Interno, Angelino Alfano:
«il Governo vive un momento di luna di miele con il Paese, vogliamo essere acceleratori del cambiamento e per questo gli chiediamo sempre di più. Noi sosteniamo il Governo», che «non corre alcun rischio».
Per il senatore di Ncd, Renato Schifani, sono però necessarie modifiche al testo del DL Lavoro in Senato e spiega:
«il Nuovo Centrodestra per senso di responsabilità ha votato alla Camera la fiducia al dl sul lavoro ma, in seconda lettura al Senato, sarà necessario trovare un punto di mediazione per introdurre modifiche necessarie a dare al Paese un provvedimento che possa maggiormente incentivare le assunzioni, che sia utile alle imprese ed ai lavoratori e che, quindi, permetta di dare una soluzione valida alla questione non più rinviabile dell’occupazione».
Dl Lavoro => gli emendamenti approvati
DL IRPEF
Nel testo del Decreto IRPEF è stato confermato il bonus di 80 euro al mese per gli stipendi fino a 24mila euro lordi l’anno, fino a dicembre 2014, per un totale di 640 euro. Restano esclusi gli incapienti (coloro che non pagano l’IRPEF perché l’imposta lorda determinata sui redditi è di importo inferiore a quello della detrazione spettante) con reddito lordo annuo sotto gli 8mila euro così come restano fuori le Partite IVA, per i quali ci si impegna ad un decreto successivo. Bonus decrescenti, fino a zero previsti per i redditi da 24mila euro a 26mila euro. Viene quindi riconosciuto un credito, che non concorre alla formazione del reddito, di importo pari a:
- 640 euro, se il reddito complessivo non è superiore a 24.000 euro;
- 640 euro, se il reddito complessivo è superiore a 24.000 euro ma non a 26.000 euro, in questo caso il credito spetta per la parte corrispondente al rapporto tra l’importo di 26.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e l’importo di 2.000 euro.
L’importo del credito riconosciuto è indicato nella Certificazione Unica dei Redditi di lavoro dipendente e assimilati (CUD).
Spending Review
I tagli ai Ministeri salgono a 240 milioni di euro (non più 200 milioni) divisi con la Presidenza del Consiglio, precedentemente esclusa. Le voci di spesa da ridurre saranno individuate con apposito decreto del Presidente del Consiglio entro 15 giorni dall’entrata in vigore del decreto. Viene inoltre istituito un Fondo, da attuare con la Legge di Stabilità 2015, per rendere strutturale la riduzione del cuneo fiscale per lavoratori dipendenti e assimilati, con uno stanziamento di 13,6 miliardi di euro così suddivisi:
- 2,7 miliardi di euro nel 2015;
- 4,7 per il 2016;
- 4,1 per il 2017;
- 2,0 a decorrere dal 2018.
Il decreto approvato dal CdM, per i il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan:
«avrà ripercussioni positive sul PIL in quanto le famiglie potranno spendere di più e le imprese saranno stimolate a investire e, di conseguenza, a creare maggiore lavoro».
=> Il Programma Nazionale di Riforme nel DEF 2014
Probabilmente, anticipa il ministro, si supererà la previsione del +0,8% del PIL contenuta nel DEF. Ben 15 miliardi di euro di nuove entrate nelle Casse dell’Erario sono atte dalla lotta all’evasione fiscale, ovvero almeno 2 miliardi di euro in più rispetto al 2013, quando secondo i dati presentati dall’Agenzia delle Entrate, gli incassi sono stati di 13 miliardi. Aumenta infine dal 1° luglio 2014 la tassa sulle rendite finanziarie dal 20% al 26%.
=> Rendite finanziarie: tasse al 26%, cosa cambia
L’aumento riguarda anche i dividendi staccati successivamente, le plusvalenze di azioni e fondi, gli interessi su conti correnti e depositi postali, ma non i titoli di Stato, come Bot e Btp.