Il BPM ha successo con una forte leadership

di Marianna Di Iorio

26 Aprile 2007 10:35

logo PMI+ logo PMI+
Secondo uno studio di Bea Systems, le aziende richiedono una leadership forte per poter garantire il successo del Business Process Management

Il Business Process Management, l’insieme delle attività per monitorare i processi aziendali, necessita di una leadership forte per poter avere successo.

Questo è ciò che emerge dalla ricerca condotta da Bea Systems, società che opera in ambito software, e che ha coinvolto 153 intervistati di aziende presenti in Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia e Svizzera.

Dallo studio è emerso che la maggior parte delle imprese (l’85%) ritiene che ci sia un contrasto tra il business e l’IT per il controllo dei sistemi BPM, mentre il 7% crede che l’IT sia in grado di controllare questi sistemi.

Inoltre, per l’82% del campione i responsabili aziendali hanno una grande influenza per quanto riguarda l’adozione e l’implementazione del BPM. «L’architettura Service-Oriented (SOA) sta entrando in una nuova fase di flessibilità del business e il Business Process Management può aiutare le aziende ad ottenerla, ottimizzando il ciclo di vita dei processi di business», così ha dichiarato Martin Percival, EMEA Senior Technology Evangelist, Bea Systems.

In particolare,

  • il 46% degli intervistati ha affermato che la gestione del cambiamento organizzativo è determinante per il successo del BPM;
  • per il 39% sono fattori importanti una forte leadership e un’attività comunicativa continua;
  • per il 16%, invece, è importante una solida infrastruttura tecnologica.

Inoltre, per un terzo delle aziende i cambiamenti organizzativi rallentano la strategia BPM, mentre il 30% dichiara che i problemi sono dovuti alla complessità della gestione/amministrazione.

Se si considerano i diversi Paesi, si notano alcune differenze. In Gran Bretagna, ad esempio, il 41% delle aziende dichiara di percepire una mancanza di competenze per l’implementazione del BPM. Un fattore, questo, rintracciato soltanto dal 7% degli intervistati tedeschi.