Dalla Svolta Buona all‘Ora Ics per un’Italia Coraggiosa e Semplice, il governo Renzi prosegue sulla strada degli slogan e dei provvedimenti volti a conquistare la simpatia degli Italiani (con tanto di slide e tweet): l’atteso decreto Irpef approvato in cdM il 18 aprile contiene l’aumento in busta paga per i dipendenti, il taglio Irap per le aziende, una nuova tranche di restituzione debiti della PA e relative coperture. Al di là degli annunci a effetto, il provvedimento è però sottodimensionato rispetto alle attese:
- il beneficio non è una detrazione strutturale ma un semplice bonus 2014 (con impegno a prorogarlo nel 2015).
- niente bonus per i redditi sotto gli 8mila euro annui (con impegno a metterlo in pratica entro l’anno).
- la rivalutazione dei beni d’impresa (non più spalmabile in tre anni) smorza i benefici del taglio strutturale dell’Irap per le imprese.
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Bonus in busta paga
Tecnicamente, si tratta di un credito d’imposta e costa per il 2014 6,7 miliardi. Si traduce in un aumento in busta paga da maggio, spalmato progressivamente sui redditi da 8 a 24mila euro. I “mitici” 80 euro in più al mese vanno ai redditi fra 16 e 24mila euro, sopra questa cifra l’aumento diminuisce (fino ad esaurirsi intorno ai 26mila euro). Sotto i 16mila euro l’aumento è pari al 4% del reddito: chi guadagna 8mila euro avrà un aumento intorno ai 40 euro.
Taglio Irap
L’aliquota principale Irap scende dal 3,9 al 3,5%, con taglio del 10%. La misura costa 700 milioni per il 2014. In questo caso, non è un bonus una tantum, ma una misura strutturale.
Debiti PA
Per pagare i debiti arretrati PA è stato incrementato il plafond di ulteriori 13 miliardi, che si aggiungono ai 47 in corso di restituzione. Istituito il meccanismo che agevola la cessione del credito a banche e istituti finanziari attraverso la Garanzia della cassa Depositi e Prestiti:
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E poi ancora: sanzioni per le Pubbliche Amministrazioni che non pagano entro 90 giorni nel 2014 ed entro 60 a partire dal 2015 (come previsto dalle norme europee).
Le coperture
- Nuove tasse: l’aliquota sulle rendite finanziarie passa dal 20% al 26%, compresi gli interessi di conti corrente e conti deposito. Sale al 26% (dal 12% previsto) anche la tassa a carico delle banche per la rivalutazione delle quote di Bankitalia. L’imposta va versata in un’unica rata a giugno, gettito atteso: 1,8 miliardi.
- Maggior gettito IVA: 650 miliardi per il 2014 e circa 1 miliardo nel 2015 dalla restituzione dei debiti della Paa alle imprese, che produrrà un maggior incasso.
- Taglio agevolazioni imprese: spending review da 1 miliardo nel 2014 e 1 miliardo nel 2015. Nelle misure di riordino è compresa la rata unica per la rivalutazione dei beni d’impresa, che invece la Legge di Stabilità consentiva di spalmare in tre anni. Dovrebbe fruttare circa 600 milioni e altri 400 milioni arriveranno da tagli alle agevolazioni fiscali sull’IMU agricola con limiti (con apposito provvedimento dell’Economia) al numero dei Comuni esenti.
Spending review
L’annunciato tetto agli stipendi dei manager pubblici è fissato a 240mila euro (stipendio del Presidente della Repubblica), e parte da maggio. Riguarda i dirigenti di enti pubblici e società paretcipate, escluse quelle quotate in Borsa. Ci sono poi 2,6 miliardi di risparmi nel biennio (2,1 nel 2014 e 500 milioni nel 2015) dall’applicazione dei costi standard, che renderà meno onerosi gli acquisti di beni e servizi. A questo proposito, è prevista una drastica riduzione delle piattaforme: rimarrà la Consip, un centrale di committenza per ogni regioni, e comunque in totale i centri d’acquisto non potranno essere più di 35. Previste misure di maggior trasparenza nelle operazioni di acquisto (andranno dettagliate sul sito Internet).
Tetto alle auto blu, al massimo cinque per ogni ministero, e altre misure di sobrietà che produrranno un risaprmio di 900 milioni nel 2014 e 2 miliardi nel 2015. Altri risparmi vanno sotto la voce innovazione PA (con eliminazione, ad esempio, dell’obbligo di pubblicare su giornali cartacei gli annunci di gare e aste): il capitolo vale 100 milioni nel 2014 e 1 miliardo nel 2015. Infine, risparmi sulle municipalizzate (nel biennio, 1,1 miliardi) e maggior introti dalla lotta all’evasione per 3,3 miliardi (300 milioni nel 2014, 3 miliardi nel 2015).
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