Qualora un dipendente abbia svolto attività di project management, che si distingue dal capo programmatore, come è possibile far riconoscere il corretto livello nel CCNL di riferimento?
Il quesito sembra riferirsi ad un’incongruenza tra quanto pattuito nel contratto di lavoro e quanto realizzatosi nei fatti e non ad una modifica momentanea delle mansioni affidate al lavoratore. La risposta che segue si riferisce dunque, esclusivamente, alla prima ipotesi.
Il riconoscimento del corretto livello d’inquadramento di un lavoratore subordinato deve avvenire mediante un procedimento logico-giuridico che si suddivide in tre fasi. Questo procedimento, confermato da un ormai consolidato orientamento giurisprudenziale (recentemente Cass.Sez.Lav. 30.03.2016 n.6174), si sviluppa nel seguente modo:
1. Accertamento in fatto delle attività lavorative in concreto svolte;
2. Individuazione delle qualifiche e gradi previsti dal CCNL applicato al rapporto di lavoro (c.d. declaratorie contrattuali);
3. Raffronto tra il risultato della prima indagine ed il testo della normativa contrattuale individuato nella seconda.
=> Dirigente di fatto? Inquadramento automatico
Stabilito dunque che la verifica in concreto dell’attività svolta è essenziale allo sviluppo del procedimento che conduce al corretto inquadramento e che l’onere della prova è a carico del lavoratore che chiede un diverso (superiore) livello, un suggerimento importante è quello di individuare, prima ancora di formalizzare una rivendicazione nei confronti del proprio datore di lavoro, tutti gli elementi di prova che dovranno fondare la domanda.
Michele Bolpagni – Consulente del lavoro
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