Sono entrate in vigore ieri 7 settembre 2010 le disposizioni antimafia contenute nella Legge n. 136/2010, approvata dal Senato prima dell’estate. Le nuove norme prevedono obblighi di tracciabilità dei flussi finanziari per tutti gli operatori economici che partecipano agli appalti di opere e servizi pubblici in qualità di appaltatori o subappaltatori, per i subcontraenti nella filiera delle imprese e per i beneficiari di finanziamenti pubblici anche europei.
Previste pesanti sanzioni amministrative per chi non rispetti le regole, oltre al rischio di annullamento del contratto.
Tutti i soggetti interessati alle opere, alle forniture e ai servizi pubblici dovranno poter accendere, non necessariamente in via esclusiva, a conti correnti bancari o postali dedicati, mentre i movimenti finanziari relativi ai lavori, se superiori ai 500 euro, dovranno avvenire esclusivamente tramite bonifico bancario o postale sul quale indicare il Codice Unico di Progetto (CUP).
Entro sette giorni dall’apertura del conto dedicato, è necessario comunicare alla stazione appaltante gli estremi identificativi insieme ad alcuni dati delle persone delegati a operare su questi.
Severo divieto per l’impiego di denaro contante e obbligo di documentazione della spesa. Questo per evitare eventuali infiltrazioni mafiose negli appalti. Anche se l’Aniem – Associazione Nazionale delle piccole e medie imprese edili – chiede di rendere ammissibili per il pagamento anche procedure analoghe al bonifico che siano comunque in grado di garantire il controllo dei flussi finanziari.
Queste in sostanza le principali novità introdotte dalla normativa, chi avesse bisogno di maggiori informazioni sull’applicazione del provvedimento può rivolgersi alla Cna.