Tra il 2009 e il 2013 circa 3mila imprese edili hanno chiuso i battenti nella Capitale, con una perdita degli investimenti pari al 25% e 27mila addetti persi nell’Edilizia: una situazione allarmante messa in evidenza dalle associazioni imprenditoriali (Acer, Cna Roma, Federlazio, LegaCoop Lazio), dai sindacati e dagli ordini professionali provinciali autori di un documento congiunto contenente un appello rivolto a Comune e Regione.
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Rilancio edilizia nella Capitale
Il documento prevede una serie di iniziative volte a favorire la ripresa del settore edile, dallo sblocco di tutte le opere cantierabili fino al ripristino della sicurezza sul fronte del dissesto idrogeologico passando per l’avvio di interventi per la riqualificazione urbana.
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Priorità da affrontare
Numerose le priorità da affrontare: manutenzione straordinaria di un patrimonio viario ed edilizio degradato (attivando un programma pluriennale di opere) e messa in sicurezza di 5.500 km di strade, ma anche adeguamento del patrimonio scolastico e immobiliare pubblico e avvio di nuove soluzioni per l’emergenza abitativa.
Emergenza occupazione
Gli interventi richiesti sono necessari anche per favorire la ripresa dell’occupazione locale, considerando che ammonta a 30mila il numero di lavoratori del settore edile rimasti senza impiego a Roma e Provincia, come sottolinea Anna Pallotta, segretario generale Feneal Uil Roma: «Chi ha resistito di è il lavoro specializzato. A perdere l’occupazione è sopratutto la manovalanza, che si riversa nella periferie e in provincia romana, generando emergenza sociale. Chiediamo all’amministrazione di uscire dal labirinto delle incertezze. Occorre una strategia di azioni urbanistiche programmatiche che metta al centro il lavoro e il settore delle costruzioni. Dal cui rilancio può partire il rilancio dell’economia cittadina».