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TASI-IMU, ipotesi di slittamento aliquote comunali

di Barbara Weisz

25 Marzo 2014 16:21

Possibile proroga al 31 luglio per le delibere comunali con le aliquote TASI-IMU 2014: le conseguenze sull'acconto del 16 giugno e il caos per i contribuenti.

Complicazioni TASI-IMU: indiscrezioni di stampa riferiscono di uno slittamento a luglio della scadenza ultima per le delibere comunali con le aliquote TASI 2014 (invece di aprile). Per ora, è bene sottolinearlo, si tratta di voci di corridoio, per quanto insistenti. Ma certo non contribuiscono a semplificare la vita al contribuente alle prese con la tassa sugli immobili sempre più onerosa e ostica.

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Prima rata TASI-IMU

Se lo slittamento al 31 luglio per le delibere comunali diventasse definitivo, il risultato sarebbe il seguente: i proprietari di immobili dovrebbero versare in sede di acconto di giugno una somma calcolata con le vecchie regole e poi effettuare un congaglio presumibilmente al saldo di dicembre. Quali sarebbero le vecchie regole? Probabilmente (condizionali e formule prudenziali si sprecano, visto il regnare dell’incertezza) quelle previste dalla Legge di Stabilità, che ha istituito la TASI stabilendo un’aliquota standard allo 0,1%.

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Scadenze

Il termine per il pagamento dell’acconto è il 16 giugno (comma 688, Legge di Stabilità). Anche qui, in realtà, i Comuni hanno margine discrezionale: in linea generale, possono prevedere due rate nel corso dell’anno, di cui una entro il 16 giugno. Ma potrebbero anche decidere il pagamento in un’unica soluzione, sempre con termine 16 giugno. Si tratta di un’ipotesi remota, visto che rischiano di non essere pronte nemmeno le delibere con le aliquote.  Con i punti ancora non chiari si potrebbe continuare, ad esempio: ci saranno i bollettini precompilati o tutti dovranno calcolarsi da soli la tassa?

Calcolo

Il problema vero è la quantificazione della tassa. Lo 0,1% è l’aliquota standard (comma 676), che gli enti locali possono azzerare o alzare fino allo 0,33%. Questo tetto massimo non è però fissato dalla Legge di Stabilità, che al comma 677 prevedeva un’aliquota massima dello 0,25%, ma dal succesivo Dl 16/2014, che prevede un’ulteriore margine dello 0,08%, applicabile a prime case o altri immobili. Risultato: il prelievo massimo sulle abitazioni principali è dello 0,33%, sugli altri immobili la somma Tasi-IMU non potrà superare l’1,14%.

=> IMU e TASI: l’aumento nei Comuni

Per riassumere

  • I proprietari di prime case non pagheranno l’IMU ma solo la TASI in base a un’aliquota fissata dai Comuni, che potrà andare da zero allo 0,33%.
  • Gli immobili diversi pagheranno una somma di TASI -IMU che non potrà superare l’1,14%.

E’ previsto per tutti un primo versamento per l’acconto con termine 16 giugno. Fino a quando non escono le delibere comunali, nessuno è in grado di sapere esattamente quanto dovrà pagare. La maggiorazione fra lo 0,01 e lo 0,08 applicabile alle aliquote, decisa con l’ultimo decreto (frutto di un accordo con i sindaci), servirà a garantire le detrazioni sulla prima casa. Con la vecchia IMU erano pari a 200 euro, più 50 per ogni figlio. Con la nuova TASI cambieranno in ogni Comune. Esiste quindi il rischio che alcune prime case, nel 2012 esenti dall’IMU (perché la tassa era sotto i 200 euro, quindi si azzerava con la detrazione), siano quest’anno chiamate a pagare la Tasi: la base imponibile è la stessa dell’IMU, e se le detrazioni saranno più basse la platea degli esenti (circa 5 milioni di immobili) potrebbe restringersi.

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Una considerazione finale, legata alla probabilità che venga spostato il termine per le delibere comunali. Il decreto con cui il governo ha stabilito la maggiorazione fino allo 0,08% è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 6 marzo e andrà convertito in legge entro il 6 maggio. Le delibere, senza proroga, dovrebbero arrivare entro il 30 aprile: scadenza precedente a quella della conversione di un decreto che, se sottoposto a modifiche nel corso dell’iter parlamentare, potrebbe cambiare le regole. Risultato: la proroga sarebbe utile per consentire ai Comuni di deliberare in base a certezze legislative. Nel frattempo, i contribuenti possono solo aspettare.