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Il Ddl Lavoro Renzi riforma contratti e ammortizzatori

di Barbara Weisz

14 Marzo 2014 17:17

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Le misure nel Ddl di Delega al Governo per riordinare contratti di lavoro, sussidi di maternità e disoccupazione, incentivi per assunzione e autoimpiego, ammortizzatori sociali e Aspi, in linea con il Jobs Act.

Nuovi sussidi di disoccupazione, incentivi per auto-impiego e imprenditorialità, riordino dei contratti con introduzione sperimentale di quello a garanzie crescenti, compensi orari minimi, semplificazioni e azioni per la conciliazione dei tempi di lavoro-famiglia: prevede tutto questo il disegno di legge delega sul lavoro approvato nel CdM del 12 marzo dal Governo Renzi, la parte più corposa sul piano normativo e strutturale del Jobs Act.

Riforma Lavoro

Il Ddl Lavoro si accompagna dunque al decreto con le semplificazioni su apprendistato e tempo determinato e alle linee guida (ancora da presentare dal punto di vista tecnico) sul taglio del cuneo fiscale con consenguente aumento in busta paga. Anche la nuova Riforma del Lavoro Renzi adotta lo strumento del Ddl (come quella Fornero), quindi la palla passa al Parlamento, a cui il governo chiede le seguenti deleghe.

Ammortizzatori

E’ prevista una garanzia universale per tutti in caso di disoccupazione involontaria, con tutele uniformi e legate alla storia contributiva, rivedendo i requisiti per le integrazioni salariali (escludendo i casi di cessazione aziendale) e la durata dei sussidi (da legare ai singoli lavoratori), con meccanismi automatici di concessione.  La cassa integrazione sarebbe concessa solo a seguito di esaurimento di altre possibilità di riduzione dell’orario di lavoro.La disciplina ordinaria e breve dell’ASpI verrà rivista: incrementata per i lavoratori con carriere contributive più significative, estesa ai collaboratori a progetto (in fase iniziale un periodo biennale di sperimentazione a risorse definite), valutando anche la possibilità di una ulteriore prestazione in favore di soggetti con indicatore ISEE particolarmente ridotto. Si programma di eliminare lo stato di disoccupazione come requisito per l’accesso a prestazioni di carattere assistenziale. Saranno individuati meccanismi per il coinvolgimento attivo del beneficiario di prestazioni di integrazione salariale o di disoccupazione in favore della comunità locale. Le imprese che vi faranno ricorso, dovranno contribuire al costo dei nuovi ammortizzatori, con una riduzione degli oneri contributivi ordinari e la loro rimodulazione tra i diversi settori in funzione dell’effettivo utilizzo.

=> Riforma Lavoro e Welfare: il programma Renzi

Contratti

Si prevede una revisione degli attuali contratti di lavoro per renderli più coerenti con le esigenze del contesto occupazionale e produttivo. Il primo passo sarà valutarne l’effettiva coerenza, anche in funzione di eventuali interventi di riordino. L’obiettivo è un testo organico di disciplina delle tipologie contrattuali, con abrogazione di tutte le disposizioni incompatibili e le duplicazioni che creano difficoltà interpretative e applicative e l’introduzione sperimentale di ulteriori forme di contratto a tutele crescenti. In via sperimentale si introdurrà anche un compenso orario minimo applicabile a tutti i rapporti di lavoro subordinato, previa consultazione delle parti sociali.

=> Nuovo contratto unico a tutele crescenti

Altre Deleghe

  • Politiche attive. Azioni previste: razionalizzare gli incentivi per assunzione, autoimpiego e autoimprenditorialità; istituire un’Agenzia nazionale per l’impiego per la gestione integrata di politiche attive e passive del lavoro e servizi; migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.
  • Semplificazioni. Per ridurre gli adempimenti relativi alla gestione del rapporto di lavoro: sburocratizzare, unificare le comunicazioni alle PA, rivedere le sanzioni.
  • Conciliazione lavoro-famiglia. Per evitare che le donne debbano scegliere fra figli e impiego: indennità di maternità universale; prestazione alle parasubordinate senza contributi dal datore di lavoro; abolizione della detrazione per coniuge a carico e introduzione di un tax credit (incentivo al lavoro femminile) per lavoratrici con figli minori e basso reddito; accordi collettivi per favorire orari flessibili di lavoro; premi di produttività; conciliazione con responsabilità genitoriali e assistenza a non autosufficienti; servizi per la prima infanzia forniti dalle aziende nel sistema dei servizi alla persona.