Stentano ancora a decollare i certificati di malattia digitali: lo riferisce il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta, nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Palazzo Vidoni. A metà settembre terminerà la fase di collaudo; chi non avrà ottemperato alla legge subirà pertanto le sanzioni previste.
Da aprile, mese che ha visto l’avvio della nuova procedura ad oggi, i certificati trasmessi dai medici curanti direttamente all’Inps via telematica sono stati infatti in tutta Italia appena 148.272, il 3% dei 50 milioni di certificati cartacei che vengono spediti ogni anno. Si tratta di una cifra ancora troppo bassa, visto che dal 19 giugno, termine del periodo transitorio che ha avuto inizio il 19 marzo, tutti i certificati devono viaggiare solo in modalità telematica.
Attualmente, su 67.727 medici di famiglia solo il 35% è abilitato al servizio mentre tra i 125.015 medici SSN la percentuale scende al 25%. Tra i medici privati invece nessuno appare ancora abilitato al servizio.
Secondo il Ministro, il ritardo nell’applicazione della legge è dipeso da difficoltà legate alle diverse regioni nel distribuire i codici ad Asl e medici competenti. Tra le regioni più virtuose, Lombardia, Piemonte, Val d’Aosta e Campania, con percentuali comprese tra il 60 e l’80%; fanalini di coda Puglia (2,4%), Umbria (1,1%), Sicilia (0,06%), Toscana (0,05%); Friuli Venezia Giulia e Molise ferme ad un laconico 0%.
Al fine di migliorare la situazione, Brunetta ha annunciato che già dalle prossime settimane i 60.000 medici che dispongono dei PIN per l’invio delle richieste di invalidità civile all’INPS potranno utilizzare le credenziali anche per trasmettere i certificati di malattia. Dal prossimo 9 agosto la trasmissione sarà possibile anche attraverso un apposito call-center.