Esenzione IMU possibile per prime case di valore modesto, ma per altre abitazioni e immobili di impresa i rincari sono praticamente assicurati, con punte di +400/500 euro, vista l’estrema flessibilità concessa ai Comuni in materia di aliquote TASI e l’assenza di detrazioni statali. Per conoscere il proprio destino è necessario attendere le delibere comunali, senza cui non ci sono certezze per i contribuenti in vista della prima scadenza (prima rata 16 giugno), ma per adesso si conoscono sono i criteri di calcolo della TASI-IMU 2014, alla luce delle modifiche introdotte dall‘articolo 1, dl 16/2014 (Salva Roma ter), pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 6 marzo: per la prima casa aliquota TASI massima applicabile 0,33% (che assorbe anche l’IMU); per seconda case e immobili d’impresa somma TASI + IMI fino a 1,14%.
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Esenzioni IMU
Per le prime case la variabile più incerta è rappresentata dalle agevolazioni. La precedente legge IMU stabiliva un’aliquota standard dello 0,4% più alta dell’attuale tetto massimo 0,33%, ma c’erano 200 euro di detrazione + 50 euro per ogni figlio, che in molti casi azzeravano l’imposta. Ora, invece, la norma generale prevede l’obbligo per i sindaci di destinare i maggior introiti derivanti dalla maggiorazione fino allo 0,08% per finanziare agevolazioni sulle prime case ma non ci sono altri paletti (ad esempio, non è fissata una detrazione minima applicabile a livello nazionale). In teoria, quindi, ci sono abitazioni che potrebbero pagare più degli altri anni. L’ipotesi più accreditata, comunque, prevede che le delibere garantanno l’esenzione IMU (TASI) per i cinque milioni di case a basso valore fiscale finora esenti.
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Rincari prima casa
Diverso il discorso per le altre prime case, ovvero quelle che già pagavano l’IMU e che probabilmente subiranno un rincaro, così come gli immobili diversi dall’abitazione principale, come quelli delle imprese. Una prima casa con imponibile di 80mila euro pagava 120 euro nel 2012 (famiglia senza figli), circa 260 euro nel 2014 (+150 euro). Una casa da 60mila euro si ritrova a pagare dai 40 euro nel 2012 a di IMU in assenza di figli, mentre ora potrebbe pagarne circa 200. Insomma, tutto dipende da cosa decideranno i Comuni.
Rincari altri immobili
Il rincaro è questi certezza, visto che il tetto massimo è stato alzato di 0,08% punti senza prevedere forme agevolative. Ipotizzando aliquote massime, si avrebbe un rincaro a Milano di 200 euro l’anno, a Roma di 150 euro, altrove persino di 300 euro. Esempi: un’abitazione di categoria A2 a Milano nel 2014 pagherà circa 2.845 euro di TASI_IMU (+200 euro rispetto al 2013) mentre nella stessa città il rincaro per un’abitazione di categoria A/3 è calcolato in 87 euro. A Roma, un’abitazione di categoria A2 costerà 2.229 euro (+150 euro sul 2013), mentre un immobile A2 sborserà quasi 1.700 euro (+120 euro).
Imprese
Potrebbe essere ancora più sfavorevole la situazione per gli immobili d’impresa che si trovano in quei Comuni nei quali erano state previste particolari agevolazioni (sconti sui magazzini, o sugli immobili affittati ad aziende, o per imprese che assumevano, o per negozi e artigiani): qui, all’aumento dell’aliquota si accompagnerà in effetti anche il mancato beneficio fiscale dell’agevolazione.