Le Pmi credono nell’advertising online

di Tullio Matteo Fanti

23 Luglio 2010 15:30

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Le piccole imprese continuano ad incrementare le spese in search advertising anno dopo anno. Il trend si mantiene positivo grazie anche all'aumento del rapporto tra click e acquisti effettuati

Le piccole imprese continuano ad incrementare le spese in search advertising, anno dopo anno. In particolare, le attività che operano nel campo dei gioielli, dei prestiti e delle assunzioni hanno visto nell’ultimo trimestre 2010 lievitare le spese in maniera significativa. E’ quanto emerge dalla ricerca “The WebVisible Report: State of Small Business Online Advertising Q2 2010” condotta per mano di WebVisible.

La spesa media sostenuta dalle piccole imprese nel secondo trimestre 2010 si è attestata sui 2.231 dollari, con un incremento dell’1,4% rispetto al Q1 2010 e del 159% rispetto al Q2 2009. Su base annuale, la spesa è stata superiore del 91% rispetto al primo trimestre 2010 e del 111% rispetto al quarto trimestre 2009.

La crescita degli investimenti nell’advertising potrebbe continuare il suo trend positivo grazie anche all’aumento del rapporto tra click e acquisti effettuati: quasi la metà dei primi (il 43%) si trasformerebbe infatti in acquisti, con un aumento del 22% rispetto al Q1 2010 e del 39% rispetto al Q2 2009.

Secondo il CEO di WebVisible Kirsten Mangers si tratta di una ottima notizia per gli inserzionisti: «negli ultimi anni l’aumento del tasso di conversione ha riguardato praticamente tutte le possibili azioni all’interno dei siti. […] Più opzioni una compagnia offre, più azioni probabilmente effettueranno i visitatori, dando agli inserzionisti più opportunità di stabilire una connessione con i loro potenziali acquirenti».

Per quanto riguarda gli investimenti raccolti, Yahoo ha guadagnato 4 punti percentuali di share, Google ne ha persi 2 mentre Bing e Ask ne hanno persi rispettivamente 0,6 e 1,4. Il Click-through-rate (CTR) di Yahoo è incrementato del 35% nel primo trimestre 2010, mentre Google e Bing hanno sperimentato un calo del 4,4 e 6,6% rispettivamente.