Reintroduzione delle tariffe minime, obbligo di copertura assicurativa e una più accurata verifica della deontologia professionale.
Questi i punti cardine della proposta di riforma delle professioni presentata ieri dai rappresentanti del Comitato Unitario delle Professioni (CUP) e delle Professioni Area Tecnica (PAT).
A riceverla il ministro Angelino Alfano, che ha apprezzato la rapidità dell’intesa raggiunta tra le professioni a soli tre mesi dal primo incontro tra ministro e stati generali delle professioni (lo scorso 15 aprile) e ha confermato l’intenzione di portare la proposta in Parlamento.
Oltre ai punti fondamentali, già resi noti nei giorni scorsi, la proposta contiene una più definita distinzione tra professionisti ed altri lavoratori autonomi: l’obiettivo è differenziare il generico lavoratore autonomo dalla professione intellettuale, che richiede un percorso di studio universitario, il superamento dell’esame di Stato e l’iscrizione ad un Albo.
Nella proposta del CUP spazio anche ai giovani, sempre più presenti negli albi professionali e sempre più richiesti dal mercato del lavoro.
Alla riunione di ieri seguirà necessariamente una traduzione della proposta in un vero e proprio atto normativo, indispensabile per procedere con la riforma. Questo sarà il compito del ministro per i prossimi mesi, che considera la riforma «di grande importanza per il nostro Paese, attesa da decenni ed ancora più importante data l’attuale congiuntura economica, che ha colpito duramente una categoria di lavoratori priva di ammortizzatori sociali».