Con il ritiro del Salva Roma salta una serie di proroghe e agevolazioni contenute nel decreto, fra cui anche l’eleminazione del vincolo di spesa relativo al Bonus Mobili: il provvedimenti prevedeva infatti una modifica al limite contenuto nella Legge di Stabilità, secondo cui – per ottenere la detrazione del 50% sul costo di acquisto di elettrodomestici e arredi destinati a fabbricati oggetto di ristrutturazione agevolata – la spesa per tali beni non può superare il costo dei lavori di riqualificazione edilizia.
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Nulla di fatto, invece. L’ostruzionismo di M5S e Lega Nord ha costretto il Governo a ritirare il decreto, così che resta in vigore in requisito di spesa (di cui al comma 139, lettera d, legge 147/2013): fino a dicembre 2014, il Bonus Mobili spetta integralmente solo se le spese per gli arredi non superano quelle dei lavori di ristrutturazione. Nel caso in cui la spesa sia più alta, l’agevolazione si applica solo sulla parte di spesa pari a quella per i lavori.
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Per esempio, nel caso in cui i mobili siano costati 10mila euro (limite di spesa per questa detrazione) ma destinati a un immobile la cui ristrutturazione è costata 5mila euro, spetta una detrazione del 50% solo su 5mila euro. Ricordiamo che il bonus è stato introdotto con il Dl 63/2013 (articolo 16, comma 2) e prorogato con la Legge di Stabilità per tutto l’anno. Prevede che siano agevolabili gli acquisti di mobilio ed elettromestici di classe A+ (A per i forni), destinati a un immobile oggetto di ristrutturazione agevolata (detrazione 50% su spesa massima di 96mila euro).
Mobili ed elettrodomestici non devono necessariamente essere destinati al locale oggetto dei lavori, basta che siano per l’abitazione/immobile. Ad esempio, si possono acquistare con detrazione elettrodomestici per un appartamento in cui sono stati ristrutturati con intervento straordinario i servizi.