Sempre meno i nuovi imprenditori che decidono di lanciarsi sul mercato, tanto da causare nella prima metà del 2010 un calo drastico delle start-up rispetto all’anno precedente. Le attività legate all’avvio di impresa contribuiscono infatti per il 3,7%, mentre nel 2009 i valori risultavano notevolmente differenti: nei primi sei mesi si registrava un 7,6%, mentre nei restanti la percentuale raggiungeva addirittura il 9,6%.
In sostanza un calo di oltre il 6% che si traduce in una riduzione dell’offerta di lavoro da parte delle imprese di nuova costituzione ed un volume minore di fatturato complessivo.
Questo è quanto emerge da una ricerca realizzata da Challenger, Gray & Christmas su un campione di manager e imprenditori, che hanno evidenziato una sfiducia quasi totale sulle possibilità di guadagno per aziende di nuova costituzione.
Secondo i dati, si tratta della congiuntura peggiore degli ultimi 25 anni, ben lontano dal record positivo della prima metà del 1989, quando le attività di start-up incidevano per il 21,5%.
In questo periodo, gli imprenditori scelgono la prudenza e non si aspettano alcuna possibilità di concreta ripresa nel breve periodo. L’ instabilità del mercato contribuisce ad incrementare il pessimismo e a impedire la nascita di nuove aziende.