Il premier Matteo Renzi ha confermato che a marzo partirà in Parlamento la discussione del Piano Lavoro, comprensivo di una Riforma del Welfare: focus su contratto unico a garanzie crescenti e sussiddio di disoccupazione universale. In programma vi è una rivisitazione delle norme sui contratti di lavoro e un estensione ai precari degli ammortizzatori sociali per il sostegno al reddito, proposte già contenute nel Jobs Act, che di conseguenza resta il punto di partenza per i lavori:
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Nuovo Welfare
Si prevede l’introduzione di una sorta di ASPI (il sussidio di disoccupazione introdotto dalla Riforma Fornero e destinato a sostituire anche la Mobilità) allargata, nello specifico: strumento universale a sostegno dei disoccupati, da inserire nel Piano Lavoro. Il Jobs Act parla di un «assegno universale per chi perde il posto di lavoro, anche per chi oggi non ne avrebbe diritto, con l’obbligo di seguire un corso di formazione professionale e di non rifiutare più di una nuova proposta di lavoro». Significa che avranno accesso agli ammortizzatori sociali anche lavoratori attualmente esclusi, come i collaboratori a progetto.
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Il costo della misura è tra 8 e 18 miliardi. Ma stime attendibili bisogna aspettare di sapere in cosa consiste l’estensione, per quanto tempo e in che misura sarò prevista (oggi l’Aspi è intorno all’80% e dura da 12 a 18 mesi).
Nuovi contratti
La proposta riguarda «nuove regole normative, anche profondamente innovative», ovvero un contratto unico “a tempo indeterminato a tutele crescenti”, come recita il Jobs Act. Nessuna ulteriore precisazione, se non ridurre le attuali 40 forme previste dai Contratti Nazionali di Lavoro. Per tutele crescenti si intende che, per un determinato periodo (i primi due o tre anni di assunzione), non c’è la protezione dell’Articolo 18 (obbligo di reintegro). Ma non ci sono anticipazioni su come questo nuovo contratto si inserirà nell’attuale sistema né quali altre forme contrattuali siano destinate a sopravvivere o scomparire.
Altre misure
Il Piano Lavoro prevede anche misure per rendere il paese più attrattivo per gli investimenti esteri e una sorta di piano industriale per i singoli settori» (energie alternative, chimica verde, beni cultural…) sfruttando l’innovazione applicata alla ricerca e le potenzialità dei distretti tecnologici «che possono unire la capacità di investire sulle nuove generazioni con l’esperienza, la saggezza e la bellezza dei più grandi».
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Agenda dei lavori
Il Piano Lavoro sarà presumibilmente preso in da Giuliano Poletti, che ha il difficile compito di mettere mano ai provvedimenti Fornero. Per il nuovo Ministro del Welfare, «la condizione essenziale per ottenere buoni risultati è una collaborazione efficace con il Parlamento e le forze sociali», contribuendo «all’affermazione del protagonismo sociale e della partecipazione attiva dei cittadini». Tutto questo mentre in parallelo viaggiano le altre riforme in programma, con le misure per il credito alle imprese e il taglio del cuneo fiscale.