L’obbligo imposto dall’articolo 12 del Decreto Salva Italia del governo Monti (Decreto Legge n. 201/2011 convertito in Legge n. 214/2011) di aprire un conto corrente per depositare le pensioni e gli stipendi di importo superiore ai mille euro, che non possono più essere ritirati in contanti, potrebbe essere dichiarato incostituzionale. In discussione soprattutto il fatto che possa essere aggirato il limite di pignorabilità pari ad un quinto previsto dall’articolo 545 del codice di procedura civile.
Salva Italia o Salva Banche?
La denuncia è arrivata dall’Associazione dei consumatori Adusbef che ritenendo la misura – annunciata dal governo Monti come un modo per contrastare l’evasione fiscale – “un favore alle banche” ha sollevato in tribunale eccezione di costituzionalità. Più in generale Adusbef ha definito l’intero Decreto Salva Italia un “Salva Banche” per via della garanzia statale sui bond bancari e dell’obbligo di aprire un conto corrente imposto a 6-7 milioni di cittadini e di pensionati, misura che si ritiene abbia caratteri di profonda iniquità ed ingiustizia sociale.
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Eccezione di costituzionalità
L’eccezione di costituzionalità è stata accolta dal Tribunale di Lecce con l’ordinanza del 12 febbraio 2014 che rimette la questione alla Corte Costituzionale. Oltre all’obbligo di avere un conto corrente per depositare stipendi e pensioni superiori ai mille euro, ad essere messo in discussione c’è anche il fatto che il limite di pignorabilità pari ad un quinto (art. 545 c.p.c.) viene meno nel momento in cui il pignoramento viene effettuato presso la banca dove il dipendente o pensionato percepisce lo stipendio o la pensione, diversamente da quanto accade quando il pignoramento avviene direttamente alla fonte, ossia da parte dell’ente previdenziale o del datore di lavoro. In sostanza, con l’accredito dello stipendio o della pensione sul conto corrente postale o bancario il limite, previsto dal codice di procedura civile e ispirato ai fondamentali principi di solidarietà sociale, viene aggirato in maniera legale e l’intero ammontare dello stipendio e della pensione diventa pignorabile.
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Corte Costituzionale
La Corte Costituzionale è ora chiamata a pronunciarsi sulla costituzionalità di tale norma, o meglio sulla sua compatibilità con gli artt. 38 (diritto all’assistenza sociale), 2 (doveri economici e sociali della Repubblica) e 3 (principio di ragionevolezza) della Costituzione.