Mentre si consuma la crisi di Governo con Enrico Letta al Quirinale che consegna le dimissioni a Napolitano – e Matteo Renzi pronto a diventare il nuovo presidente del Consiglio – il mondo delle imprese prende le distanze dalle staffette politiche inneggiando ai reali bisogni reali del Paese: agganciare la ripresa.
Flash Mob a Montecitorio
Confindustria Piemonte ha dato vita a un flash mob davanti a Montecitiorio, guidato dalla presidente dell’Unione Industriali di Torino Licia Mattioli e accompagnato da 5.914 rose, una per ogni azienda piemontese, con lo slogan “Amo l’Italia, ma basta“, «dichiarazione d’amore degli imprenditori italiani a questo paese» nel giorno di San Valentino.Una «marcia digitale dei 40mila» l’ha ribattezzata Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, con chiaro riferimento alla marcia dei colletti bianchi che nel 1980 rappresentò uno strappo agli anni della contestazione nelle fabbriche.
Le richieste
Simboli forti e definiti, orchestrati da un pubblicitario doc come Marco Testa, che sottendono a precise richieste: «dateci un paese normale e vi faremo vedere di cosa siamo capaci» annuncia Squinzi, secondo cui il governo uscente ha fatto «una buona analisi» ma senza dare «le risposte che ci aspettavamo». Gli imprenditori chiedono una terapia d’urto e riforme strutturali, che rilancino il ruolo centrale dell’impresa e centrino gli obiettivi in tema di crescita, lavoro ai giovani, competitivtà, innnovazione e sviluppo, welfare:
- Stato: semplificazioni buracratiche, certezza del diritto per chi fa impresa, saldo dei debiti della PA e rispetto della Direttiva UE sui tempi di pagamento (60 giorni)
- Lavoro: contratti a tempo indeterminato o di inserimento (apprendistato), lavoro interinale e a tempo determinato in casi specifici, reintegro (articolo 18) solo per licenziamenti discriminatori e negli altri casi indennizzo economico, politiche attive per chi cerca lavoro.
- Credito e tasse: riduzione del cuneo fiscale, eliminazione del costo del lavoro dall’imponibile IRAP entro il 2020, rilancio investimenti, accesso al credito.
E mentre il 18 febbraio scatta a Roma la manifestazione di Rete Imprese Italia per chiedere alle istituzioni una nuova politica incentrata sul fare impresa, il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli incalza: «occorrono da parte del governo, da chiunque sia guidato, risposte concrete sul fisco, sulla burocrazia, sul credito e sul lavoro». Un primo segnale potrebbe essere la riduzione IRPEF di un punto, per far ripartire i consumi.