Una svolta urgente e concreta della politica economica nazionale: la chiedono le PMI di R.E TE. Imprese Italia, le quali hanno indetto una manifestazione per il 18 febbraio a Roma, proprio nel momento in cui la crisi politica si aggrava con l’ipotesi di staffetta Letta-Renzi al Governo.
Mobilitazione del 18 febbraio => i perchè
Piano crescita
Le imprese presenteranno, anche alla Presidenza del Consiglio, una loro proposta per la crescita del sistema delle piccole imprese incentrata su semplificazione, lavoro e fiscalità, già argomento dell’incontro con il premier Enrico Letta dell’11 febbraio a Palazzo Chigi.
Riforme => le proposte RETE Imprese Italia
I dati della crisi
La macchina organizzativa in vista della manifestazione di Roma è partita: pronti 400 pullman da tutta Italia, mentre altri imprenditori viaggeranno in treno o aereo. «Sarà una manifestazione per l’Italia – spiega il presidente Marco Venturi – in cui mostreremo la nostra voglia di costruire e di far crescere il Paese facendo crescere le imprese». Le PMI, ricorda Venturi, rappresentano il 94% del totale delle aziende italiane e il 69% del fatturato e vogliono «riprendersi il futuro» dopo «anni di crisi» fotografati dai seguenti dati: «il credito alle PMI è in calo dal 2011, la pressione fiscale sulle imprese è al 66%, il 20% in più della media europea, mentre le tariffe continuano a crescere». Il problema è che al momento i segnali di ripresa sono considerati troppo deboli, e dunque si chiede una svolta.
Manifestazione di “proposta”
Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, definisce la manifestazione «di protesta», per le conseguenza della crisi sulle imprese, ma anche «di proposta», per «misure a favore dell’economia reale, dalla burocrazia al credito, al mercato del lavoro», magari partendo «da un percorso certo di riduzione delle tasse». Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato, ritiene che sia stato raggiunto il limite e chiede «una legittimazione dalla politica» per il «ruolo economico e sociale» delle PMI, «tessuto connettivo della società e del Paese». Giacomo Basso, presidente di Casartigiani, parla di «motivazioni anche di carattere intellettuale della protesta: la solitudine e la mancanza di considerazione. Noi non delocalizziamo, siamo legati al territorio e alle gente, siamo legati al Paese». Daniele Vaccarino, presidente della CNA, sottolinea «la volontà della nostra gente perché le nostre imprese sono state ascoltate ma mai è stato fatto qualcosa a loro favore, vedi le vicende IRAP e SISTRI. Chiediamo da tempo di essere ascoltati dal governo, visto che la concertazione è stata cancellata».